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A tutto campo: il calcio come non lo avevamo mai letto prima

Il calcio visto da una prospettiva sociologica. È questo, in soldoni, il senso del libro (nonché il suo sottotitolo) A tutto campo, degli autori Luca Bifulco e Francesco Pirone, ricercatori di Sociologia generale all’Università di Napoli Federico II ed edito da Guida nella collana We care. Il volume è stato presentato sabato 31 maggio al Teatro Bellini di Napoli, nello spazio Marotta&Cafiero Store, punto vendita ufficiale della casa editrice, in questa sala incontri che è una piccola perla dell’editoria teatrale e per bambini napoletana, e che si è ritrovata, nonostante l’inconveniente dell’acquazzone pomeridiano, gremita di persone riunitesi per ascoltare e dibattere non soltanto con i due autori, ma anche Vittorio Dini, docente di sociologia e scienze della politica all’Università di Salerno, nonché Samuele Ciambriello, giornalista e direttore della suddetta collana, il giornalista sportivo Carlo Alvino e i docenti della Federico II Sergio Brancato ed Enrica Morlicchio.

Qual è l’importanza e il ruolo di uno sport così popolare come il calcio, e cosa vien fuori quando si smette di guardare al calcio solo come a un gioco e si considerano le sue implicazioni sociali, politiche ed economiche? È questo il terreno su cui si muove A tutto campo, che nasce anche dall’esigenza di sopperire a un notevole vuoto nel panorama editoriale nostrano, un vuoto costituito dalla mancanza di un volume come questo, che possa restituire dignità e valore anche culturale al calcio ponendone le implicazioni sociologiche all’attenzione della comunità scientifica italiana, da sempre un po’ indifferente all’attività calcistica e sportiva in generale, laddove all’estero, e in Inghilterra in primis, sono in molti ad essersene interessati.

Il titolo, non a caso, ha un suo duplice significato: non soltanto l’ovvio rimando allo sport più famoso d’Italia, ma anche la volontà di analizzare il calcio stesso da tutti i punti di vista possibili; non solo la sociologia, dunque, ma anche le macroaree dell’economia, o della violenza negli stadi, e persino quella della diversità e delle disparità di genere: basti pensare, tanto per fare un esempio, a quanto sia difficile, ancora oggi, per una donna affermarsi nel mondo calcistico, e quanto sia altrettanto difficile per una squadra femminile ottenere lo stesso riconoscimento e la stessa popolarità tributati invece ai colleghi maschi. È questo soltanto uno dei pregi del libro, quello di aver racchiuso in circa duecento pagine tutte le sfaccettature del calcio inteso come fenomeno di massa che ha invaso tutti gli aspetti della nostra vita e raccontato, pur attraverso gli strumenti del mestiere di sociologo, con incredibile leggerezza ed ironia. Per non parlare della passione che emerge da ogni riga e da ogni parola, di quella per un gioco che, per dirla con le parole di Carlo Alvino, <<costituisce uno dei più importanti momenti di aggregazione, può essere praticato da tutti e tutti ne possono discutere e chiacchierare con chiunque e a qualunque età>>, o ancora, per citare Vittorio Dini, <<è il gioco più bello del mondo, non soltanto perché è un gioco di squadra, ma anche perché coinvolge ogni singola parte del nostro corpo, dal cervello, e dunque dalla testa, fino ai piedi, quei piedi che hanno il compito non semplice di controllare e dominare il pallone, l’oggetto più sfuggente del mondo, che non sta mai fermo, che rotola e corre sempre>>.

È chiaro che il lavoro non finisce qui: A tutto campo può solo essere il punto di partenza per continuare a leggere il calcio e a cercare di capire come sia cambiato in tutti questi anni, vuoi per le logiche di mercato, vuoi per la trasformazione dei club, vuoi anche per le persone e la società attorno a noi, quello che è davvero lo sport più bello del mondo.

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