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Addio a Giorgio Faletti: aveva 63 anni

«Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vengono a cercare. Non le hai scelte e nemmeno le vorresti, ma arrivano e dopo non sei più uguale. A quel punto le soluzioni sono due: o scappi cercando di lasciartele alle spalle o ti fermi e le affronti. Qualsiasi soluzione tu scelga ti cambia, e tu hai solo la possibilità di scegliere se in bene o in male».

Questa, certamente, è una di quelle cose che non si era andato a cercare, ma è arrivata e dopo non è stato più uguale. Non è scappato, però, Giorgio Faletti di fronte alla malattia, né si era fermato, tutt’altro. Pochi mesi fa era volato a Los Angeles in un centro specializzato per i tumori, da pochi giorni era rientrato a Torino, ricoverato presso l’ospedale Molinette dove, oggi, ha lasciato la vita.

Attore, cantante, scrittore, persino pittore. Muove i primi passi nel mondo dello spettacolo nella veste di cabarettista, al fianco di personaggi come Teo Teocoli, Massimo Boldi, Paolo Rossi, fino a raggiungere la notorietà attraverso la trasmissione “Drive In”.

Qualche anno dopo si cimenta con la musica, partecipando anche a diverse edizioni del Festival di Sanremo. Celebre la canzone “Signor Tenente” ispirata alla vita di Giovanni Falcone e alla strage mafiosa di Capaci che lo uccise assieme alla moglie e agli uomini della scorta.

Come attore fa il suo esordio al cinema nel 1983 con “Grunt” (Andy Luotto), ma trova fortuna soprattutto grazie alla commedia “Notte prima degli esami” (Fausto Brizzi – 2006) e i thriller “Cemento Armato” (Marco Martani – 2007) e “Baaria” (Giuseppe Tornatore – 2009).

Il suo sogno, però, era diventare uno scrittore. Nel 2002, con Einaudi Editore, pubblica il best-seller “Io Uccido”, vendendo oltre quattro milioni di copie. Anche le successive pubblicazioni avranno un buon successo.

«Io come Totò» diceva in un’intervista, polemico contro i giornalisti «Anche l’attore napoletano fu massacrato dalla critica, oggi è considerato un genio».

Uomo vero, attento al sociale, vicino al suo pubblico, a cui era molto legato. Prima di intraprendere il lungo percorso di cure, si era ritrovato costretto ad annullare i suoi impegni teatrali.

«Mi piange davvero il cuore» scriveva sul suo sito internet «perché incontrare degli amici come voi è ogni volta un piccolo prodigio che si ripete e che ogni volta mi inorgoglisce e mi commuove».

Diversi i messaggi di cordoglio giunti prontamente dal mondo dello spettacolo e dello sport (era un grande tifoso juventino).

Ci lascia un artista capace di emozionare, far ridere, pensare. Il tutto con la stessa naturalezza e semplicità.

 

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