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Afghanistan, dopo il ritorno dei talebani, si mette in moto la macchina diplomatica internazionale

KABUL, Dopo la conquista della capitale, da parte dei talebani, nei prossimi giorni, i leader del G7 si riuniranno per un summit virtuale sulla situazione in Afghanistan.

L’incontro dei sette maggiori Stati economicamente avanzati del mondo è stato annunciato dopo una telefonata, nella notte, tra il primo ministro britannico, Boris Johnson, e il presidente statunitense, Joe Biden. Nel corso del colloquio, hanno reso noto fonti della Casa Bianca, Johnson e Biden hanno «lodato il coraggio e la professionalità dei loro militari e del personale civile, che stanno lavorando insieme a Kabul all’evacuazione dei propri cittadini e degli afghani che ci hanno aiutato durante la guerra».

Biden, ha autorizzato lo stanziamento sino a 500 milioni di dollari da un fondo di emergenza per fare fronte a «inattese necessità urgenti» dei rifugiati derivanti dal ritiro Usa dall’Afghanistan, compresi i cittadini che hanno aiutato gli Stati Uniti e che richiedono un visto speciale di immigrazione. Le autorità di Washington si stanno preparando ad sgomberare migliaia di afghani a rischio vendetta dei talebani, per avere assistito gli americani durante la loro permanenza nel Paese.

Dopo l’avanzata dei talebani, “senza alcun ostacolo da parte delle forze armate afgane”, seguita al ritiro della Nato, il Regno Unito è pronto a «fare tutto il possibile per prevenire una crisi umanitaria» in Afghanistan e a «sostenere» gli afgani in fuga che negli ultimi anni hanno collaborato con l’Occidente. Lo ha detto Johnson, aprendo un dibattito straordinario alla Camera dei Comuni, richiamata per un giorno dalle ferie estive.

Il premier, ha poi insistito che i venti anni di missione militare sono stati «un successo malgrado le tante difficoltà, rispetto all’obiettivo cruciale del dopo l’11 settembre 2001 di estirpare al Qaeda e fare il possibile per stabilizzare l’Afghanistan».

Boris Johnson, ha aggiunto che «il Governo britannico, intende giudicare le intenzioni dei talebani in Afghanistan dalle loro azioni, non dalle parole, soprattutto sul rispetto dei diritti umani». Ha ribadito che «un eventuale loro riconoscimento al governo di Kabul dovrà avvenire in modo unitario concertato ad opera della comunità internazionale e che sarebbe sbagliato concederlo prematuramente o a livello bilaterale da parte di singoli Paesi e governi».

E nel caso i talebani non rispettassero i diritti umani, in particolare quelli delle donne, gli Stati Uniti si sono detti pronti a sanzioni. Lo ha precisato il consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, in un briefing alla Casa Bianca, rispondendo ad una domanda su quali strumenti abbiano gli Usa per fare leva sui talebani dopo la conquista della capitale afghana.

Una delegazione talebana è in queste ore in Pakistan per una serie di colloqui con i vertici militari e politici di Islamabad. Lo ha confermato l’inviato dell’emittente satellitare Al Jazeera al valico di frontiera di Torkham, la più grande rotta commerciale e di transito tra Afghanistan e Pakistan. Secondo il giornalista, la delegazione ha già avuto colloqui con la leadership militare pakistana e con il primo ministro, Imran Khan. Nel corso degli incontri, le autorità pakistane hanno evidenziato la necessità che il nuovo Governo afghano sia equo e coeso. Stando sempre ad Al Jazeera, i talebani hanno ribadito che tollereranno le minoranze religiose ed etniche con l’obiettivo di formare un Esecutivo inclusivo.

A Kabul, nelle scorse ore c’è invece stato un incontro tra l’ex presidente afghano, Hamid Karzai, e l’ex chief executive e rappresentante per i negoziati di pace, Abdullah Abdullah. Lo riporta la televisione Tolo News, che ha pubblicato alcune immagini dell’incontro.

 

A cura di: Raffaele Fattopace

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