Approfondimenti

AMERICA , EFFETTO TRUMP : BOOM DI MIGRATI DAL MESSICO VERSO GLI USA

Da due mesi , alla frontiera fra Messico e Stati Uniti, arrivano almeno 400 nuovi migranti che si consegnano alle pattuglie di frontiera nella speranza di ottenere asilo. La maggior parte dei centroamericani arrivano alla frontiera fra lo Stato messicano di Tamaulipas e il Texas, e ricevono la prima assistenza dopo il loro lungo viaggio in un centro di ospitalità cattolico pochi metri oltre la linea di frontiera. Il fattore principale che ha provocato l’aumento del flusso negli ultimi mesi è stata l’elezione di Trump. Il nuovo presidente, che s’insedierà alla Casa Bianca il 20 gennaio, ha concentrato la sua campagna elettorale sui temi dell’immigrazione minacciando la deportazione di migliaia di stranieri sans papier, la costruzione di nuovi muri, e promettendo di mettere un freno all’arrivo di altri illegali; quindi l’elezione di Trump ha convinto molte persone ad accelerare i loro progetti di fuga sostenendo che a partire dalla fine di gennaio sarà tutto ancora più difficile. Insieme ai centroamericani, l’altra migrazione che ha aumentato il numero degli arrivi è quella cubana. Anche in questo caso la motivazione è l’elezione di Trump. I cubani temono che possa essere cancellata la legge che permette soltanto a loro di ottenere molto facilmente l’asilo politico negli Stati Uniti. Dall’inizio del 2016 si calcola che almeno 90mila cubani hanno lasciato illegalmente l’isola per rifugiarsi negli Usa. La via scelta dalla maggior parte di loro è quella del Messico. Arrivano in aereo a Panama, uno dei pochi paesi nei quali possono andare senza visto d’ingresso. E poi risalgono il Centroamerica unendosi alle carovane di migranti che viaggiano verso nord. Quando arrivano alla frontiera sono i più fortunati: gli basta consegnare il loro passaporto cubano per ottenere subito l’avvio delle pratiche burocratiche per l’asilo politico. Il nuovo presidente degli Usa non si ferma qua . Da rimarcare le sue dichiarazioni nelle quali , rivendica di aver riportato con la sua vittoria la speranza negli Stati Uniti e nel mondo, soprattutto nei mercati finanziari : “Il mondo era cupo prima che io vincessi ; non c’era speranza, ora il mercato è salito del 10% e le spese per Natale hanno superato i mille miliardi”. Infine , da sottolineare è anche l’attacco alle Nazioni Unite non solo per quanto riguarda l’approccio al Medio Oriente che aveva già ampiamente criticato dopo il voto dei giorni scorsi. “Per quanto riguarda l’Onu, le cose saranno differenti dopo il 20 gennaio”, riferendosi al giorno del suo insediamento alla Casa Bianca.

Potrebbe piacerti...