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ANCORA EMERGENZA MIGRANTI: NUOVA FRONTIERA TRA AUSTRIA E ITALIA?

«Molti migranti sono arrivati e molti ne arriveranno. Dobbiamo essere molto preparati e meglio organizzati su questo. La situazione è molto cambiata rispetto al passato. E l’Europa è al fianco dei paesi più colpiti come la Grecia e l’Italia». A dirlo è stato il commissario europeo per la Migrazione, Dimitris Avramopoulos, che ha sottolineato il fatto che i paesi dell’Unione Europea non erano preparati ad affrontare un’emergenza del genere, del tutto inaspettata, e ciononostante hanno fatto quanto era in loro potere per tentare di arginare il problema e limitare i danni. «Questo è il momento per dimostrare solidarietà e responsabilità».

Nel frattempo, però, l’Austria ha fatto sapere che disporrà di 250 poliziotti, ai quali potrebbero aggiungersi anche dei soldati in caso di necessità, istituire dei controlli al Brennero. L’intenzione del governo austriaco sarebbe quella di allestire una frontiera al confine con l’Italia, proprio lungo il Brennero, in Trentino, ed è infatti al nostro governo che si rimanda la decisione ultima.

Il capo della polizia tirolese Helmut Tomac ha spiegato cosa intende fare l’Austria, per la precisione: «Si tratta di una normale rete e non di un filo spinato. Sarà allestita solo se necessario in caso di massiccio arrivo di migranti», ha detto riferendosi alla rete di 370 metri il cui allestimento dovrà essere stabilito, appunto, in totale accordo col governo italiano.

Ma l’Italia, a quanto pare, a giudicare almeno dalle prime risposte delle autorità, non è tanto d’accordo: «L’ipotesi di chiudere il Brennero è sfacciatamente contro le regole europee, oltre che contro la storia, contro la logica e contro il futuro» è stata la reazione di Matteo Renzi, mentre Angelino Alfano ha giudicato la scelta dell’Austria «contro la logica e il buonsenso. siamo al minimo storico nei flussi di attraversamento tra Italia e Austria. Il nostro compito è convincere i nostri partner austriaci dell’insensatezza dei loro comportamenti».

Anche Avramopoulos si è dimostrato immediatamente critico nei confronti della decisione di Vienna, dove, tuttavia, i provvedimenti nei confronti dei migranti continuano a farsi ugualmente più severi. Il diritto d’asilo, per esempio, non potrà più essere concesso quando verrà istituito lo stato d’emergenza, ovvero quando la sicurezza e l’ordine pubblico potrebbero essere messi a repentaglio da un alto flusso di profughi; in tal caso i profughi potranno essere bloccati al confine e rimandati in altri Paesi.

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