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Battesimo per il figlio delle due madri?

Leggo sul sito Huffigtonpost.it che don Mauro Bucciero, Presidente del Tribunale ecclesiastico regionale sardo, alla domanda della Nuova Sardegna se fosse stato disponibile a battezzare il piccolo Ruben, figlio di due mamme (una napoletana e una cagliaritana), legalmente sposate in Spagna e il cui figlio, frutto di una inseminazione artificiale, è stato iscritto nel registro anagrafico di Napoli, ha risposto: <<Certo, non ho nessuna difficoltà. E come detto è già successo da parte di altri preti. Il punto per la Chiesa non è di chi si è figlio, ma se i genitori intendono intraprendere o meno un percorso di insegnamento religioso. Noi dobbiamo farlo per il bambino. Se venisse da me un genitore separato o divorziato (con il consenso dell’altro, ndr) farei lo stesso. Devono sempre essere i genitori a deciderlo. E se quelle due donne sono le mamme di Ruben, allora certo, lo farei>>.
Così si manifesta la cura non escludente della Chiesa per genitori e figli di coppie omosessuali, se i genitori richiedono il battesimo e quello che comporta di un percorso di insegnamento religioso (preparazione), perchè non si tratta di una spruzzata di acqua santa. Il dono di grazia è per il bambino, con Totò si direbbe “a prescindere” dai genitori, ma non tanto perché è un occasione di incontro e riflessione con una comunità cristiana anche per i genitori
omosessuali o meno. Al di là della disponibilità di sacerdoti per il battesimo di queste coppie, mi domando se queste coppie si presentano non solo all’altare per il Battesimo ma agli incontri di preparazione qual’è la reazione o la disponibilità dei fedeli per condividere il dono di grazia e ad accoglierli nella comunità?
Questi ed altri casi riguardanti riti e sacramenti per coppie ecclesiasticamente e socialmente considerate irregolari, come il funerale cattolico per una convertita all’Islam, richiedono una più ampia riflessione per individuare sul piano pastorale criteri condivisi che non siano escludenti. Sono sfide che mettono in questione criteri cristalizzati in un mondo che è cambiato nel bene e nel male, perchè non siamo padroni dei doni di grazia. Si richiedono certo apripista non solitari, come insegna la storia per ogni avanzamento anche nel campo religioso.
A proposito delle due mamme, al di là dell’aspetto specifico della generazione del figlio che certo solleva dei problemi, augurando che il piccolo Ruben possa crescere in grazia e sapienza, riflettevo che per vari ragioni mamme singole hanno avuto sulle loro spalle l’allevamento e l’educazione dei figli anche se non è augurabile.
IL SIGNORE SIA, È, ANCHE CON LORO e lo accolgano nei percorsi di vita.

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