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Benevento, l’imperativo è rialzare la testa dopo la debacle

La pesante sconfitta contro il Napoli nel derby di domenica pomeriggio, è dura da assorbire. In casa Benevento però, l’imperativo è uno solo: rialzare subito la testa. Per fortuna il calendario offre da questo punto di vista, subito l’opportunità di invertire rotta e di conseguenza il trend negativo di quattro sconfitte di fila.

Mercoledì infatti, nel turno infrasettimanale, al Vigorito arriva la Roma di Eusebio Di Francesco, reduce dal 3 a 0 casalingo contro il Verona. Un’altra partita proibitiva sulla carta, per Lucioni e compagni, che hanno però l’obbligo morale verso una città, una provincia ed una tifoseria intera, quantomeno di provarci.

Al di là degli aspetti tecnico – tattici, ciò che ha colpito in negativo del 6 a 0 subito a Napoli, è stata la mancata reazione della squadra, al netto di infortuni della prima e dell’ultima ora.

Essere così arrendevoli verso un avversario sicuramente più forte ed allestito per raggiungere obiettivi importanti, non giova a nessuno.

Non giova perché in campo bisogna dare sempre il massimo, che l’avversario di turno si chiami Bologna, Torino o Napoli.

Ragion per cui già a partire dalla sfida di mercoledì, ci si attende una reazione di orgoglio da parte della squadra, al di là di quello che sarà il risultato finale.

Una squadra che ha dimostrato di avere grinta, voglia, cuore, determinazione. Per questo e per tanti altri motivi, il passaggio a vuoto di Napoli deve essere archiviato in fretta, come un brutto ricordo.

Un ricordo che però dovrà fungere da insegnamento, per non ripetere più gli stessi errori.

Bene ha fatto Baroni ha sottolineare nel post gara della sfida di Napoli, che qualche cambiamento potrà essere attuato.

Lui che integralista non lo è mai stato, nemmeno quando giocava. E certamente si sarebbe augurato un ritorno migliore nello stadio che lo vide protagonista con la maglia azzurra nell’anno dello scudetto dei partenopei.

Della partita di domenica a Napoli, salviamo solo i tifosi, encomiabili nel cantare dal primo all’ultimo minuto, nonostante il passivo pesante. 1100 cuori pulsanti, che hanno battuto all’unisono e che si sono fatti sentire nell’arco di tutti i 90 minuti.

Ed è per questi tifosi, soprattutto, che la Strega deve rialzare la testa!

 

 

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