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BORRELLI(VERDI):”IL FUTURO E’ RAPPRESENTATO DALLE ENERGIE RINNOVABILI. BISOGNA PENSARE ALL’AVVENIRE DEI NOSTRI FIGLI. E’ PER QUESTO CHE DICIAMO SI’ AL REFERENDUM DEL 17 APRILE PROSSIMO”

L’impegno del referendum abrogativo era stato preso in campagna elettorale dal nostro partito, con Vincenzo De Luca. Un accordo basato su tre punti: no alla realizzazione di nuovi inceneritori, investimenti su raccolta differenziata e siti di compostaggio e opposizione alla trivellazioni”.

Così Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale dei Verdi, in merito alla questione riguardante il referendum abrogativo del 17 aprile prossimo. Referendum al quale la Campania ha aderito, con una delibera risalente al 25 settembre dello scorso anno. Quarantadue i presenti nella seduta del consiglio di allora, con la delibera votata all’unanimità.

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(Sopra, è riportato uno stralcio del resoconto della discussione in aula del 29 settembre 2015)

Successivamente, Borrelli e la consigliere regionale del PD. Maria Antonietta Ciaramella, sono stati eletti delegati del consiglio alla presentazione dei quesiti referandari alla Corte di Cassazione.

Su tutto ciò che ruota intorno al mondo del referendum abrogrativo sulle trivellazione nel mare Mediterraneo, Linkabile.it ha deciso di ascoltare la posizione di tutti i partiti in seno al consiglio regionale.

Il nostro viaggio, parte proprio con la intervista al consigliere Borrelli.

 

Onorevole Borrelli, una vittoria del suo partito, dunque…

Una vittoria dei cittadini della Campania. La Campania è la regione più grande d’Italia ed anche la più popolosa, che firma il referendum, assieme al Veneto, la Liguria, le Marche, il Molise, la Puglia, la Basilicata, la Calabria e la Sardegna. Cosa che non è stata fatta da regioni quali il Lazio, la Lombardia e la Sicilia”.

A livello di informazione e comunicazione, è stato fatto abbastanza, a suo avviso?

Noi abbiamo fatto tutto ciò che ci è stato possibile fare. A questo proposito, voglio solo ricordare una cosa: nella giornata di ieri, l’Agicom ha riconosciuto come la Rai abbia dato pochissimo spazio a questo referendum. I dirigenti della Regione e del consiglio regionale, tanto per restare in tema, ci hanno detto che non avremmo potuto spendere nemmeno un euro per la campagna informativa sul referendum. Allo stato attuale, io e la consigliera Ciaramella, ci siamo fatti carico a nostre spese, della stampa del materiale, distribuendo poi il tutto ai vari comitati. Abbiamo fatto incontri, iniziative. Sappiamo bene che questo sia un percorso in salita, ma lo riteniamo un percorso giusto. Per questo motivo, lo faremo fino in fondo”.

Anche il consiglio regionale avrebbe dunque potuto fare molto di più?

Lo ripeto. Ci è stato detto dai dirigenti del consiglio regionale, che nemmeno un euro sarebbe stato impiegato per la campagna di comunicazione e che tutto sarebbe ricaduto sulle nostre spalle. Al momento, solo io e la consigliera Ciaramella abbiamo investito le nostre risorse finanziarie. Vedremo se anche altri consiglieri vorranno contribuire, a loro spese, a darci una mano per la campagna di comunicazione. Indipendentemente da questo, dovrebbe essere anche l’Agicom a garantire un adeguato ed equo risalto alla campagna referendaria”.

Perchè dunque i cittadini, il prossimo 17 di aprile, dovrebbero recarsi alle urne e votare sì ai quesiti referendari?

Bisogna innanzitutto dire che abbiamo già ottenuto due grandi risultati. Il primo sta nel fatto che si è ridato centralità alle regioni: questo referendum non si sarebbe mai svolto, se non fosse stato per le regioni, ed è il primo caso della storia italiana. Da secondo, e non meno importante, va tenuto conto che il governo abbia dovuto fare retromarcia su una serie di quesiti(all’inizio i quesiti referendari erano sei). Resta il problema delle trivelle in mare. Noi riteniamo che sia utile continuare a perpetrare all’infinito le trivellazioni dei nostri mari? Oppure, una volta terminate le concessioni, che sono ultratrentennali, è utile smantellarle? Proprio negli ultimi tempi, a largo di Lampedusa, su una struttura tunisina, c’è stata una perdita di petrolio, che ha riversato petrolio e catrame sulle coste. Il fossile non è il futuro del nostro pianeta. Le energie rinnovabili, di contro, rappresentano il futuro del nostro pianeta. L’Italia può fare molto di più. Bisogna gradualmente abbandonare il fossile. E’ chiaro che se dovessimo vincere il referendum, non si potrebbe smantellare le strutture in un giorno solo, ma ci vorrebbero comunque diversi anni. Noi possiamo sempre investire sul futuro, qualora lo vogliamo realmente. A me piace fare sempre un parallelo con la situazione di Bagnoli: a Bagnoli, tanti anni fa, è stato deciso di investire per realizzare l’acciaieria, ossia l’ex Italsider. Acciaieria che ha portato per diversi anni lavoro alle famiglie di quella zona. Una volta chiusa, però, le generazioni future si sono ritrovate con un pugno di mosche in mano, perchè Bagnoli è completamente devastata. La bonifica di quelle zone, è ora a carico della collettività. Se al posto delle acciaierie, si fosse investito sul turismo e sulla balneazione, realizzando un grande parco agricolo, oggi Bagnoli darebbe da lavorare a migliaia di persone. Noi pensiamo al futuro dei nostri figli ed è per questo che bisogna votare sì al referendum del prossimo 17 aprile”.

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