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CAMPANIA: BORGHI ANTICHI ABBANDONATI DA FRANE E TERREMOTI, CUSTODISCONO ANCORA DELLE RARE BELLEZZE

Dopo le frane, terremoti o fenomeni atmosferici, sono diversi i luoghi, un tempo rigogliosi oggi disabitati del tutto o parzialmente. La Campania è una terra ricca di tradizioni.

In provincia di Salerno vi è un antico centro di origine medioevale chiamato Roscigno fu  insediamento agro-pastorale, fu costruito inizialmente intorno a un monastero di Benedettini. Una serie di frane poi costringendo gli abitanti ad emigrare verso zone più sicure. Un primo trasferimento verso nord si ebbe nel XVI secolo, un altro alla fine del Settecento quando un ulteriore smottamento distrusse la vecchia chiesa. Ma il vecchio nucleo non è mai stato abbandonato del tutto, infatti qualcuno ha infatti trasformato la sua vecchia casa in depositi da lavoro, stalle o cantine per conservare prodotti alimentari.

Mentre, nel basso Cilento è situato  San Severino di Centola. Il borgo medioevale, abbandonato nel secolo scorso a causa di movimenti pericolosi continui del terreno, sorge su un colle roccioso che si erge a strapiombo dando vita alla cosiddetta “Gola del Diavolo”. L’antico insediamento, composto da castello, chiesa e abitazioni, si affacciava sulla valle del Mingardo. Con il passare degli anni, gli abitanti si sono trasferiti tra Pisciotta e dintorni.

È situato invece al confine tra Campania e Basilicata, Romagnano al Monte, feudo nato nel XII secolo proprietà di   diverse famiglie nobiliari, dai D’Alagni ai Torella. Ma  è stato però distrutto dal terremoto del 1980 che costrinse gli abitanti a lasciare il borgo storico e a trasferirsi a circa due chilometri di distanza. Destino analogo per  Conza della Campania che  fu sede vescovile dal VI secolo e ha  ancora il foro romano e l’anfiteatro, da poter ammirare in tutta la sua bellezza.

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