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Caserta, “Assenteismo, corruzione e gare truccate all’Asl”: 12 arresti e 79 indagati

Terremoto giudiziario all’Asl di Caserta.

Stamattina, i carabinieri del Nas di Caserta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale di Napoli Nord, nei confronti di 18 persone, di cui 12 degli arresti domiciliari e 6 destinatarie di misure interdittive, tutte residenti nella provincia di Caserta. Nel complesso sono 79 gli indagati nell’inchiesta, tra funzionari e dipendenti. L’ordinanza ha inoltre previsto il sequestro di oltre 1,5 milioni di euro. Ciò è quanto emerso dalla maxi-indagine “Penelope” sull‘Asl di Caserta. E’ la stessa che, lo scorso novembre, ha portato alla sospensione di 22 dipendenti, tra cui importanti funzionari del distretto Asl di Aversa.

Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, l’indagine, l’affidamento dei servizi di trasporto del 118, avveniva in cambio di regali e assunzioni.

Tramite intercettazioni telefoniche e ambientali sono emerse, secondo gli inquirenti, svariate ipotesi di reato. Tra queste l’affidamento ad alcune ditte, di lavori di adeguamento e ristrutturazione di locali aziendali, gestiti direttamente dal Dipartimento di Salute Mentale, in cambio di somme di danaro e regali vari. In aggiunta a questi, una serie di falsi ed abusi, legati alla gestione di pazienti psichiatrici, che venivano affidati a strutture esterne convenzionate, senza alcuna valutazione del piano terapeutico riabilitativo da parte del competente organo specialistico (U.V.I.).

Gli inquirenti hanno scoperto che la gestione dei servizi di trasporto in emergenza (118) era affidata ad un’associazione di volontariato i cui vertici, in cambio, avrebbero fatto recapitare ad uno dei componenti della commissione aggiudicatrice, ed ad altri dipendenti dell’Asl, regali e altri vantaggi, come l’assunzione di propri familiari.

Sono stati poi individuati episodi di corruzione dei gestori delle strutture di riabilitazione convenzionate che, in cambio dell’affidamento diretto dei pazienti e della mancata valutazione dei rispettivi piani riabilitativi, avrebbero inviato, periodicamente, somme di danaro ai funzionari pubblici che avrebbero dovuto occuparsi della tutela e  della corretta attività di recupero dei pazienti psichiatrici.

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