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Cassazione: risarciti i genitori del militare morto di cancro per l’uranio impoverito dopo la missione in Bosnia. Motivato il nesso causale fra malattia e agenti patogeni

Giustizia è fatta. I genitori del militare morto di una rarissima forma di tumore ottengono i benefici della legge 266/0. Lo hanno stabilito le Sezioni unite civili della Cassazione con la sentenza 23300/16, pubblicata il 16 novembre. Il giovane era stato impiegato in una pericolosa missione in zona di guerra come quella dell’intervento in Bosnia alla fine degli anni Novanta. Per la Suprema Corte risulta sufficiente la motivazione del giudice sul nesso causale fra malattia e agenti patogeni, oltremodo perché non è contestato l’impiego di uranio impoverito. Il ministero della Difesa tramite i suoi legali, aveva sostenuto la tesi della giurisdizione amministrativa mentre La legge finanziaria del 2006 ha esteso a tutte le «vittime del dovere» i benefici previsti per le vittime della mafia e del terrorismo e si configura un diritto di natura prevalentemente assistenziale in capo ai congiunti che hanno perso una persona cara a causa di un servizio reso all’amministrazione
pubblica dal quale sono derivati particolari rischi. Dunque, i destinatari dei benefici introdotti dalla Finanziaria 2006, oltre ad essere quegli del pubblico impiego sono anche i militari di leva e potrebbe estendersi a forme regolate di volontariato, ad esempio ong, perché le provvidenze sono rivolte a coloro che abbiano subito un’infermità dipendenti da causa di servizio. Insomma: la giurisdizione è del giudice ordinario in funzione di giudice del lavoro e dell’assistenza sociale. La Corte d’appello, nella specie, ha giudicato non contestata la situazione dei luoghi: il militare morto per rabdomiosarcoma era stato anche in Somalia, ma il giudice di secondo grado ha ritenuto che la missione in Bosnia sia stata particolarmente rischiosa. Provata la circostanza, che il militare sia stato esposto a maggiori pericoli rispetto al servizio in condizioni ordinarie. Gli interessati ed i loro eredi potranno rivolgersi al sottoscritto evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che per il tramite di esperti provvederà a fornire tutte le delucidazioni in ordine alla documentazione che occorre approntare per introdurre eventuale giudizio davanti alle Sezioni Giurisdizionali preposte. La stessa documentazione sarà esaminata e valutata in via assolutamente gratuita da esperti e consulenti in materia.

Giovanni D’Agata

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