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Ciambriello: “Chiedo alla Ministra Cartabia di integrare con figure super partes la Commissione di indagine sulle rivolte e i pestaggi delle carceri italiane”.

Quanto avvenuto nelle carceri nel marzo 2020, allo scoppio della pandemia, è tristemente noto a tutti: le rivolte spinte dal terrore di essere contagiati, la preoccupazione per i propri cari, l’informazione inadeguata da parte delle istituzioni. Ma soprattutto, 13 persone morte, di cui 9 detenuti del carcere di Modena, alcuni dei quali deceduti durante i trasferimenti immediati disposti in altri istituti. Per otto di queste nove morti è stata disposta poche settimane fa l’archiviazione, nonostante le sollecitazioni in senso contrario provenienti da varie parti e l’opposizione presentata in giudizio dall’Associazione Antigone e il Garante nazionale delle persone private della libertà personale Mauro Palma.

I fatti di Santa Maria Capua Vetere emersi qualche settimana fa hanno però permesso di riaccendere i riflettori su quanto avvenuto, così è stato composta una Commissione, su iniziativa della Ministra Cartabia, che si occupi di indagare su quanto realmente avvenuto per accertare gli eventuali abusi. Tuttavia, essa sarà priva della partecipazione di soggetti super partes, non interni dunque all’amministrazione stessa. Questo è quanto è stato messo in evidenza dal Garante dei detenuti campano Samuele Ciambriello, il quale ha deciso di scrivere alla Ministra per attenzionarle la situazione.

Di seguito il testo della lettera:

“Egr. Ministro, su sua sollecitazione è stata costituita 15 mesi dopo i fatti, la Commissione ispettiva istituita dal DAP «per fare luce sull’origine delle rivolte dei detenuti avvenute negli istituti nel marzo 2020, sui comportamenti adottati dagli operatori penitenziari per ristabilire l’ordine e la sicurezza e su eventuali condotte irregolari o illegittime poste in essere». La composizione della Commissione, proposta dal DAP, a prima vista, appare monca poiché in essa è assente la “componente sociale e di garanzia”. In particolare, non sembra adeguata ad assicurare il secondo e terzo punto del suo mandato, vale a dire indagare sui comportamenti del personale e su eventuali condotte illecite, giacché dovrebbe valere anche qui – pur nella massima fiducia nell’istituzione e negli operatori – la massima di Giovenale: Quis custodiet ipsos custodes? (chi sorveglierà i sorveglianti stessi?).

Il presidente della Commissione Sergio Lari, ex procuratore generale della Corte d’Appello di Caltanissetta, sarà infatti affiancato da Rosalba Casella (ex direttrice del carcere di Sant’Anna di Modena), Giacinto Siciliano (direttore di San Vittore), Francesca Valenzi (dirigente Ufficio detenuti e trattamento del ministero di Giustizia), Luigi Ardini (comandante del carcere romano di Rebibbia), Riccardo Secci (comandante del carcere di Lecce) e Marco Bonfiglioli (dirigente del Provveditorato Emilia Romagna e Marche), che dispose e coordinò il trasferimento dei detenuti da Modena dopo le rivolte.

Vale a dire tutte figure interne all’Amministrazione, la cui obiettività e competenza, ovviamente, non si vuole mettere in discussione, ma certamente la Commissione, e i suoi futuri risultati, sarebbero maggiormente garantiti e gestibili se nella stessa fossero inserite figure professionalmente deputate alla vigilanza sull’esecuzione penale, come Magistrati di sorveglianza e Garanti, nonché figure “terze” (presidenti di associazioni di diritti, Camere penali, ecc.).

Ciò tenuto anche conto delle diverse notizie e testimonianze emerse nel corso dei passati mesi di violenze a danno di reclusi a seguito delle proteste.

Sig. Ministro durante la sua relazione alla Camera sui pestaggi avvenuti il 6 aprile a Santa Maria Capua Vetere, tra le altre cose ha detto che: “occorre un’indagine ampia, perché si conosca quello che è successo in tutte le carceri, nell’ultimo anno dove la pandemia ha esasperato tutti.”

Proprio su questa scia io mi auguro imparzialità, sensibilità sua, affinchè si possa arrivare a integrare la commissione con figure di terzietà capaci di uno sguardo multiplo e riassuntivo, con un profilo non artefatto e un ruolo di osservatori super partes.

La ringrazio per aver posto la sua attenzione sulla questione esposta e certo della sua disponibilità, la saluto cordialmente.

Prof. Samuele Ciambriello

Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della regione Campania.”

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