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Clubhouse: i contenuti gastronomici nel nuovo social

Clubhouse è il social del momento. Sarà forse la fine di Instagram e Tik Tok? Chissà. Intanto cerchiamo di capire come trovare contenuti su cibo e vino.

Clubhouse è nuova start up americana creata, nel 2020, da Paul Davison e Rohan Seth. È un’app, scaricabile da App Store, basata esclusivamente sull’audio: non ci sono foto, non si scrive niente, non ci sono neppure messaggi vocali registrati. Il social è suddiviso in ‘stanze’, ciascuna con un argomento e dei partecipanti: ci sono i moderatori, ci sono le persone invitate sul palco, e c’è il pubblico che può solo ascoltare o, tutt’al più, alzare la mano ed essere chiamato sul palco per dire la propria. Tutto in diretta.

Clubhouse in realtà esiste già da qualche tempo; è nato ad aprile 2020. Come spesso accade con le startup, i primi mesi sono stati decisamente incerti, il boom è arrivato col nuovo anno, a gennaio 2021. Oggi Clubhouse è il social più analizzato dagli esperti di comunicazione e digital, i marketer, gli appassionati, e anche il più desiderato, visto che l’accesso è consentito solo su invito e solo per chi possiede un iPhone. L’app per Android è in sviluppo, ma ancora è possibile sapere quando sarà disponibile, così come non è dato sapersi quando la piattaforma sarà aperta a tutti. Senz’altro quando sarà totalmente aperto, Clubhouse cambierà molto, considerando che oggi è usata quasi esclusivamente da chi si occupa di comunicazione, politica, media, giornalismo e marketing. Cosa succederà quando tutti potranno utilizzarla?

Intanto quelli che hanno iniziato ad usarla, cercano di accumulare follower, le stanze aumentano e naturalmente vengono creati contenuti dagli argomenti più vari: dalla politica al Festival di Sanremo, passando per la Covid, per finire con le serie TV. Non mancano in questo quadro, anche se ancora sono limitati, i contenuti gastronomici. La prima ad utilizzare l’app per tale scopo è la giornalista Anna Prandoni, oggi direttore di Gastronomika, che gestisce assieme a Samanta Cornaviera una stanza ogni giorno per un’ora. “Mi ricorda i bei tempi in cui facevo radio”. Argomenti? Ad esempio: come è cambiata la vostra spesa durante i vari lockdown? All’ora di pranzo parte poi una stanza dove tutti possono raccontare cosa stanno cucinando, a partire da cosa hanno nel frigo e poi ne parte un’altra dove, complici le prime riaperture dei ristoranti nelle zone gialle, tanti partecipanti raccontano la gioia nel ritornare al ristorante dopo settimane. Non mancano i contenuti legati al turismo, con esperti come Roberta Milano. Non rinuncia a Clubhouse neanche Andrea Graziano, creatore della catena FUD Bottega Sicula: “Food&Wine comunicare ai tempi della pandemia” il titolo della sua stanza, aperta insieme al fotografo Rocco Rossitto.

Le stanze più frequentate e le community con più follower sono internazionali e in lingua inglese. La community Foodie Nerds ad esempio, è composta da oltre 10mila membri, così come No Reservation, il primo food club in Clubhouse, con oltre 5mila membri e quella chiamata Wine and Spirits, mentre il gruppo Food Media supera i 3mila. Le Community non sono Stanze, ma quando ci si iscrive ad una community ,si viene avvisati con una notifica quando una stanza parte. 

Nel frattempo, dopo Elon Musk, che ha mandato in tilt l’app, dando appuntamento ai suoi follower su Clubhouse e portando quasi 5mila persone in una stanza, è giunto in Clubhouse anche Rosario Fiorello. La stanza dove si è palesato si è riempita, tanti hanno conversato con lui, e quando se n’è andato il popolo italiano di Clubhouse ha iniziato a pensare ad un format basato sulla piattaforma da proporre a Fiorello per Sanremo: “tanto non ci sarà il pubblico e quindi ci possiamo essere noi…”.

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