Economia e Welfare

Comitati per l’Acqua Pubblica e della Rete Civica contro la Giunta Regionale: «L’acqua ritorni alle comunità locali»

Due giorni fa, i membri del coordinamento dei comitati campani per l’Acqua Pubblica e della Rete Civica dei Comitati per l’Acqua Pubblica dell’ATO3 sarnese-vesuviano si sono riuniti davanti alla sede della Regione Campania, al Centro Direzionale, per un presidio finalizzato a contestare la legge regionale del servizio idrico. Presente anche il parlamentare campano del Movimento Cinque Stelle Luigi Gallo. I comitati dell’acqua pubblica hanno ottenuto dai consiglieri regionali la richiesta ufficiale di un consiglio monotematico sul riordino del servizio idrico che dovrà essere convocato entro 4 giorni “in modo – hanno spiegato – da porre la discussione nel suo alveo naturale e democratico”.

La Giunta Regionale, infatti, nel dicembre del 2014, con una delibera di giunta istituisce il cosiddetto EIATO, Ente Idrico Ambientale, che sarà guidato da un Consiglio di soli 12 membri cancellando le strutture decisionali democratiche che erano le assemblee dei sindaci. Un quadro normativo che, di fatto, espropria i Comuni da ogni responsabilità e accentra il potere decisionale al solo Consiglio.

Attraverso il consiglio monotematico, i comitati chiedono invece che si avvii un processo di ripubblicizzazione dell’acqua che restituisca poteri reali ai sindaci e alle comunità locali, con la definizione di ambiti territoriali a misura di controllo democratico dal basso con istituti ove la partecipazione popolare diventi elemento costitutivo di una nuova prospettiva, ecologica e solidale, della gestione del bene comune acqua.

Questo mentre la Commissione Ambiente della Regione, intanto, sta lavorando sulla legge regionale che proprio oggi è stata aggiornata recependo l’indirizzo della Giunta nella delibera. “Caldoro – ha spiegato il deputato pentastellato Gallo – ha espropriato i Comuni di ogni potere decisionale sui servizi idrici, dalla tariffazione all’affidamento. Caldoro e le lobby dell’acqua vogliono il potere in mano a un ristretto numero di persone che faranno parte del Cda. In tutto questo disegno la Gori, che ci sta sommergendo di bollette salatissime per ripianare i suoi centinaia di milioni di debiti, e su cui pende ancora l’indagine “Acqua pulita” che indaga sull’assunzioni clientelari volute dai politici di centrodestra e centrosinistra, rischia di aumentare ulteriormente il suo potere”.

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