Cultura

Con “Studio 2054” Dua Lipa reinventa in streaming il concetto di film-concerto

Trasmesso dalla piattaforma LiveNow, una nuova rete di distribuzione di contenuti, che si pone l’obiettivo di intrattenere, coinvolgere ed educare offrendo sport, concerti, fitness, stand-up comedy e molto altro ancora, quello di Dua Lipa è stato l’ennesimo tentativo di ovviare al blocco degli eventi dal vivo che ha messo in ginocchio l’industria discografica causa pandemia. In questo caso i fan potevano godersi i contenuti anche insieme ai propri amici tramite l’opzione di visualizzazione di gruppo  “Watch Together”.

Se già qualche settimana fa Billie Eilish aveva mostrato un utilizzo diverso dello streaming dalla semplice ripresa di un’esibizione live, anche Dua Lipa ha evitato l’ovvio. A differenza della Eilish che aveva offerto uno show fortemente impostato sugli effetti speciali e sulla realtà aumentata, quello realizzato dalla popstar inglese è stato una sorta di salto indietro nel tempo. In linea con il suo ultimo lavoro, “Future Nostalgia”, e soprattutto sulla sua versione remix, “Club Future Nostalgia“, ha offerto una sorta di rivisitazione dei film concerto in voga negli anni 80, una sorta di musical depurato dalla parte in prosa, tra duetti, cambi di scene e flusso narrativo.

In un hangar allestito come un disco club anni 80, con neon colorati ad addobbare le pareti, Dua Lipa irrompe al centro del locale vestita di bianco, accompagnato da un nutrito corpo di ballo e coriste, anch’essi in perfetto stile 80’s, tra pantacollant, canotte di lamè e spalline ipervitaminizzzate. “Future Nostalgia” è seguito da “Levitating“. Anche la regia e la fotografia rimandano a produzioni 80’s: la narrazione, le inquadrature, l’immagine sfumata, fanno rivivere i video concerti dell’epoca del vhs, quando molti concerti venivano concepiti come videoclip patinati. La musica scorre senza soluzione di continuità, Dua Lipa non concede saluti o messaggi all’indirizzo dell pubblico collegato, il format non lo prevede. Con “Break My Heart” c’è il primo cambio di scena e di costumi. In un body metallizzato lei si muove insieme ai ballerini in una sorta di palestra, con cerchi, sfere e armadietti, tutti rigorosamente di colori fluo.  Dopo un’intermezzo pole dance di FKA Twigs, ci si trasferisce in un bar discoteca, dove The Blessed Madonna “Physical“. Più si va avanti e più il distacco da un classico concerto si fa evidente. “Cool” viene eseguita in maniera “itinerante”, con una lunga passeggiata nei meandri della location che ospita l’evento, con Dua Lipa e il suo corpo di ballo seguiti da una steady cam. Poi lei entra in una stanza dove un gruppo di ragazzi sta giocando ai videogame, si siede sul divano e cambia canale del televisore per guardare il suo video di “Prisoner” interpretata insieme a Miley Cyrus,

Il tempo per la popstar di cambiarsi d’abito. Quando si torna in diretta nel salotto indossa pantaloni neri e un top per “One Day“, stesso look per Angele che duetta con lei in “Fever” Gli interventi degli ospiti si intensificano: si passa da una doppia esibizione adrenalinica con Kylie Minogue, a un momento di emozione pura con Elton John che regala una versione piano e voce di “Rocket Man“. Stupisce che l’esibizione non abbia alcun tipo di intervento da parte di Dua Lipa che rientra invece fasciata in una tutina he sarebbe stata perfetta per la Carrà degli anni 80 per il finalissimo: prima “Hallucinate“e poi una lunga versione di “Don’t Start Now“, dove torna a comparire anche la band di supporto, a lungo sacrificata dal format del film-concerto. Coriandoli, una carrellata attraverso le diverse scene, e baci e abbracci finali.

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