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Convegno “Magistratura di Sorveglianza: l’alternativa al Carcere è possibile”,organizzato dal garante dei detenuti.

Venerdì 1 Marzo, a partire dalle ore 9.30 presso il Consiglio Regionale della Campania, Centro Direzionale di Napoli Isola F13, si terrà il Convegno “Magistratura di Sorveglianza: l’alternativa al carcere è possibile” organizzato dal Garante Campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Samuele Ciambriello.
Il ruolo della Magistratura di Sorveglianza, oltre che alle questioni relative ai diritti dei detenuti durante l’esecuzione della pena, è esteso anche alla concessione e alla gestione delle pene alternative alla detenzione, sia per la parte finale della pena sia prima dell’inizio della sua esecuzione.
All’evento, presieduto dal Garante, interverranno Rosa D’Amelio, Presidente del Consiglio Regionale della Campania; Monsignor Pasquale Cascio, Vescovo di Sant’Angelo dei Lombardi; Martone Giuseppe, Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria; Maria Bove, Direttore dell’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna per la Campania. Inoltre, parteciperanno alla Tavola Rotonda, Adriana Pangia, Presidente del Tribunale di Sorveglianza e Monica Amirante, Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Salerno. Saranno ulteriormente presenti rappresentanti di Associazioni, docenti universitari, avvocati , i cappellani delle carceri e detenuti in permesso.
Samuele Ciambriello, Garante Campano delle persone private della libertà personale, spiega le ragioni del Convegno “in una situazione di ripresa, crescente, rapida e non casuale di quel sovraffollamento che mortifica la dignità del mondo interno delle carceri, con il Convegno mettiamo in campo l’efficacia e la pur possibile sinergia con la Magistratura di Sorveglianza per l’implementazione di quelle misure alternative alla detenzione che, comunque, rappresenterebbero una strategia diversificata del contrasto alla criminalità. Riflettori puntati anche sul rapporto città e sicurezza e sulle prassi di inclusione sociale, per evitare la recidiva”.

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