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Coronavirus, come potrebbe essere la ripresa scaglionata

Ancora settimane di chiusura come quella attuale, almeno fino al 18 aprile, e la riapertura, quando ci sarà, sarà graduale. La previsione è unanime: una tempistica differenziata per il ritorno alla vita sociale e al lavoro con fasce di protezione particolare per le persone anziane e quelle più fragili.

 

«Non possiamo pensare», ha detto all’Ansa il virologo Fabrizio Pregliasco, «che la ripresa e la riapertura di attività e vita sociale avvenga da un giorno all’altro e come se nulla fosse cambiato.La ripresa dovrà infatti avvenire con una exit-strategy graduale e credo che dovremo comunque mantenere alcune limitazioni».

Gli ultimi a riaprire saranno i luoghi dei grandi assembramenti: difficile che ci siano concerti o grandi eventi sportivi. Fra le ultime attività a ripartire potrebbero esserci le discoteche e i pub, ma anche i cinema e i teatri, le piscine e le palestre, oltre ai bar e ai ristoranti (in questi ultimi però la distanza si mantiene più facilmente). Già sabato sera il premier Conte ha fatto capire che l’anno scolastico potrebbe non riprendere in classe. Per le fabbriche la riapertura dovrà essere condizionata alle misure di sicurezza e distanziamento sociale adottabili.

Prime sarebbero quelle delle filiere alimentari e farmaceutiche ora chiuse. Dal 18 aprile, si valuterà il resto. Possibile che tocchi prima ad alcuni negozi con la regola degli ingressi contingentati. È legata all’andamento del contagio la riapertura delle attività dove c’è il contatto diretto con il cliente: su tutti parrucchieri ed estetiste.

Se la proroga è certa per due settimane, è altamente probabile fino alla fine del mese di aprile. Oltre alla Pasqua bisogna evitare che i fine settimana del 25 aprile e primo maggio siano un invito a uscire. Per gli esperti sono proprio queste le settimane decisive, quelle in cui si vede un calo che però potrebbe portare le persone ad allentare il controllo.

In parte è già successo nel fine settimana passato. Quasi 5mila persone sono risultate non in regola nei controlli delle forze dell’ordine, una cinquantina erano addirittura in quarantena perché positive al Covid-19. La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha deciso di potenziare ulteriormente i posti di blocco in tutta Italia coinvolgendo anche gli agenti della polizia municipale con funzioni di pubblica sicurezza.

Silvio Brusaferro e Franco Locatelli, presidenti di Istituto superiore di sanità e Consiglio superiore di sanità, hanno detto che nulla può aprire adesso: «L’epidemia ha rallentato il suo cammino, ma non è opportuno interrompere le misure di contenimento». Dal punto di vista dell’epidemiologia il virus sarà sotto controllo solo quando, per ogni individuo infetto, ci sarà meno di un nuovo contagiato.

Il calcolo dal punto di vista della salute si scontra con quello economico. Le difficoltà delle aziende, soprattutto quelle medie e piccole, sono sempre più pressanti e quanto finora stanziato dal governo non sembra sufficiente, soprattutto per gli autonomi. Palazzo Chigi sta monitorando aziende e attività produttive per le prime deroghe e le prime riaperture.

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