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Coronavirus, solidarietà a Napoli: Modou realizza mascherine per ricambiare il “favore” ricevuto quando è stato accolto

Modou è un ragazzo del Gambia di 22 anni. Una di quelle persone che ha lasciato il suo Paese per arrivare in Italia con l’obiettivo di cambiare vita e che qui, per la precisione a Torre Annunziata (Napoli), ha avuto una seconda opportunità di vita. Oggi lavora in una pizzeria. O meglio lavorerebbe, perché in Campania almeno fino a lunedì 27 aprile le attività di ristorazione sono ancora chiuse. E ripartiranno al momento con le consegne a domicilio. Quando don Antonio Carbone, motore dei Salesiani della zona, gli ha chiesto di impegnarsi per il sociale, in questo lungo periodo di stop lavorativo, non ci ha pensato due volte. E ora, così come riporta Tgcom24, realizza mascherine e insegna a lavorare con la macchina da cucire. Per ricambiare il “favore” ricevuto al momento della sua accoglienza.

“Abbiamo pensato a Modou – spiega don Antonio – perché sapevamo che nel suo Paese, prima di decidere di venire in Italia, faceva il sarto. Avevamo necessità, nei primi giorni dell’emergenza, di dotare di mascherine i bambini ospiti e tutti gli operatori di due nostre comunità per minori, ‘Mamma Matilde’ e ‘Peppino Brancati’. Visto che i dispositivi erano introvabili, abbiamo deciso di realizzarli da noi, affidando il compito a Modou”.

Il 22enne, rimasto momentaneamente senza un impiego, non ha esitato a donare il proprio tempo alla comunità di Torre Annunziata. “Avevamo già ‘testato’ le doti di Modou durante una festa di Carnevale – prosegue don Antonio Carbone – e alla fine la nostra intuizione si è rivelata giusta”. Modou ha iniziato a “sfornare” le mascherine: prima alcune decine al giorno, poi sempre di più. Nel frattempo il gruppo si è ampliato e di recente sono arrivate anche alcune macchine da cucire. Le mascherine prodotte sono diventate 50, poi 100.

Recentemente si è toccato quota 200 mascherine realizzate in un solo giorno: “Abbiamo potuto donarle anche agli operatori di altre associazioni, a tanti volontari, a gente comune e a quelle persone indigenti alle quali abbiamo fornito e continuiamo a fornire pacchi alimentari” sottolinea il responsabile dei Salesiani per il sociale. Ora Modou tornerà a lavorare in pizzeria, ma i compagni da lui formati continueranno la produzione. E quando avrà tempo a disposizione il ragazzo del Gambia, con il suo dolce e generoso sorriso, tornerà a sedersi vicino alla macchina da cucire. Ricordando quei giorni in cui la città di Torre Annunziata gli ha aperto le porte per fornirgli quell’occasione di nuova vita che aveva sognato quando aveva preso la decisione di lasciare il Gambia.

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