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CORRUZIONE E POPULISMO.L’OPINIONE DI ELIO PARIOTA

Sono abituato a guardare il bicchiere mezzo pieno. Stavolta – lo ammetto – l’ottimismo è assai forzato. Leggendo i dati elaborati da Transparency International nella giornata mondiale anti corruzione (1600 relatori riuniti a Panama in rappresentanza di 130 Paesi) l’Italia è “risalita” dal 69esimo al 61esimo posto su 168 Paesi, davanti alla Bulgaria e dietro Romania e Grecia.
Se otto posti scalati vi sembran pochi dico che avete ragione. Perché non è il caso di esultare, anzi. Il livello di corruzione – soprattutto nel settore pubblico e politico – è ancora alto giacché ben il 52% delle opere infrastrutturali è sotto inchiesta.
Il populismo imperante si nutre anche di questo. E ha gioco facile nello sgretolare sistemi di potere che dalla corruzione traggono linfa vitale. Da più parti si invocano – tra i tanti strumenti da mettere in campo per arginare il fenomeno – i network collaborativi e le organizzazioni della società civile. Giustissimo. Solo che più lo guardo e più il mio bicchiere comincia ad apparirmi desolatamente vuoto

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