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Covid a Napoli, sit-in al carcere di Poggioreale. Rita Bernardini: “Accolgo l’appello dei detenuti di Poggioreale e sospendo lo sciopero della fame”

 


Lo scorso 21 gennaio, all’esterno della casa circondariale di Poggioreale si è tenuta una protesta pacifica e silenziosa di decine di famiglie di detenuti,  che denunciano: «Il carcere è tortura di Stato. Vaccini e cure mediche ai detenuti».

Esposto anche uno striscione contro le violenze avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e per chiedere il diritto alla salute per tutti i detenuti. Dunque, i parenti hanno chiesto maggiori tutele e più vaccini per i carcerati, dopo che negli ultimi giorni sono emersi molti casi di contagio nelle celle. A dare sostegno alle famiglie il garante dei detenuti della Regione Campania, Samuele Ciambriello:   “Covid e carcere creano insicurezza e il sovraffollamento che registriamo a Poggioreale, con detenuti che continuano ad arrivare anche da fuori regione, non fa che peggiorare la situazione. Chiediamo che il ministro provveda al più presto ad un decreto svuota carceri magari a partire dall’aumento dai giorni previsti per la scarcerazione anticipata“.

Molti dei parenti giunti per incontrare i detenuti hanno appreso solo all’ingresso che il loro congiunto era contagiato o in isolamento. ”Le lamentele di mogli, figlie e mamme – conclude il garante – sono del tutto legittime. Bisogna pensare ad una migliore informazione magari aprendo uno sportello telematico di informazione facendo il più possibile ricorso alle videochiamate“.

Ad affiancare la protesta, anche il garante dei detenuti di Napoli, Pietro Ioia. Con loro anche Rita Bernardini, esponente del Partito Radicale che, dallo scorso dicembre, -come riportato da “Il Mattino”-,  ha ripreso lo sciopero della fame ancora oggi in atto, molti detenuti in Campania e altre regioni d’Italia, per solidarietà hanno deciso di non fare lo sciopero della fame ma di rinunciare alle pietanze offerte dalle carceri.

«Il sopraffollamento è insopportabile e determina condizioni di vita inumane e degradanti. Con l’arrivo del covid, la condizione di vita è disperata e la preoccupazione sia per i detenuti, sia per chi ci lavora ma anche per i familiari. Occorre un intervento immediato. Noi di “Nessuno tocchi Caino” e partito radicale abbiamo proposta una soluzione grazie al deputato, Roberto Giachetti».

Rita Bernardini, sulla casa circondariale di Poggioreale ha aggiunto: «Poggioreale è un caso unico in Europa. Si sta eleggendo il nuovo presidente della Repubblica che, è il garante della Costituzione. Io credo che proprio in questo momento occorre manifestazione e la non violenza è il modo più giusto per dialogare, però, bisogna avere un interlocutore dall’altra parte pronto ad ascoltare». 

Dopo qualche giorno, Rita Bernardini riprende l’argomento sul suo profilo ufficiale e aggiunge:

Mai come ora sono al tuo fianco, ma riprendi a mangiare ti prego!  È quanto mi ha chiesto la Ministra della giustizia #MartaCartabia rispondendo ad una mia sconsolata riflessione sulla condizione delle #carceri nel nostro Paese.

È così che mi sono ricordata di quando Marco Pannella usava l’espressione “fare fiducia”, espressione che dal punto di vista grammaticale è forse scorretta, ma dal punto di vista del significato è molto diversa dal più corretto “dare fiducia”.

Fare fiduciaimplica un atteggiamento attivo, responsabile, costruttivo da parte di chi la esprime.

Vi sono momenti in cui, per un nonviolento – diceva Marco Pannella – occorre consapevolmente rischiare la vita contro la morte, dar corpo con integrità alla vita del diritto perché il diritto alla vita di tutti non venga messo a morte, FARE FIDUCIA estrema al potere, incoraggiandolo ad operare secondo legge e giustizia.

È quello che ho cercato di fare da dicembre ad oggi, giorno in cui mi concedo una sosta riprendendo ad alimentarmi”.

“Da domani si apre la partita per l’elezione del Presidente della Repubblica, non si sa quanto durerà e che conseguenze avrà sulla maggioranza di governo. Per me se quel ruolo di “garante della Costituzione” lo ricoprisse proprio Marta Cartabia costituirebbe veramente un “nuovo inizio” per la nostra democrazia fiaccata, sfibrata da decenni di violazioni sulla giustizia, sulle carceri, sui diritti civili e sociali, sulle procedure istituzionali”.

Dal punto di vista della mia salute fisica questo lungo digiuno, seppure interrotto, mi porta ad avere un calo di peso di 9,1 kg, crampi ai piedi e alle gambe che frequentemente interrompono il riposo notturno, sbandamenti nel camminare, fastidio alle reni con urina color rosso vivo. Dal punto di vista psicologico, invece, mi sento e sono stata molto bene perché qualche scampolo di informazione sullo stato di illegalità delle carceri è pure passata, perché c’è stato tanto impegno da parte di centinaia di persone a partire dalle carceri, perché ci sono stati parlamentari di “quasi” tutti gli schieramenti che hanno manifestato vicinanza con l’obiettivo-necessità-obbligo di decongestionare l’affollamento dei corpi nei penitenziari, perché ho potuto concentrarmi di più sulla sofferenza che vivono le persone recluse, i loro familiari e gli uomini e le donne che a loro vogliono bene. Perché so che affermare una concezione della pena improntata sul recupero della persona piuttosto che sulla vendetta, farebbe diminuire drasticamente i reati e quindi le vittime come è dimostrato da tutti gli studi che sono stati fatti in materia di recidiva“.

Con questa sospensione, accolgo non solo l’appello della Ministra Cartabia, ma anche quello dei #detenuti di #Poggioreale del padiglione Firenze, dove – e lo sottolineo – la richiesta di incontro è partita dai “politici” di Forza Nuova Fiore, Castellino che in questa lotta per i diritti dei detenuti hanno ufficialmente dichiarato di voler ammainare le loro bandiere, di voler agire nella legalità e di volere evitare qualsivoglia strumentalizzazione politica. Accolgo l’invito a sospendere dell’ Associazione Marco Pannella – Torino e di Progresso Torino che mi “ristorano” con la prosecuzione del loro digiuno a staffetta tenendo così accesa la fiammella della nonviolenza“.

Ci sono due cose ancora che voglio dirvi, per me molto importanti.

La prima: Matteo Salvini ha accettato la mia proposta di visitare insieme un #carcere (lo faremo dopo la partita Quirinale/Governo). Trovo questo molto generoso da parte sua, così come lo è stato nel promuovere assieme al Partito Radicale i 6 #referendum sulla giustizia che il popolo italiano sarà chiamato a votare in primavera. Certo, sulle carceri, le posizioni sono molto distanti ma la nonviolenza comporta, ne sono convinta, proprio il dialogo con i più lontani dalle proprie convinzioni.

La seconda: il dialogo che va avanti e cresce in un modo per me sorprendente (in passato era successo solo con #SantiConsolo) con il #DAP e il suo Presidente #BernardoPetralia, il quale non solo ha partecipato al Congresso di Nessuno Tocchi Caino ma ha consentito che dal carcere di Milano-Opera l’assemblea fosse collegata con i detenuti iscritti a NTC negli istituti di Parma e di Rebibbia“.

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