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D’ANTONIO:”Le Universiadi a Napoli: un’operazione ad alto rischio di reputazione e d’immagine. Un tallone d’Achille e le controversie tra i rissosi e sgangherati nostri politici.”

di Mariano D’Antonio°

Da due anni le istituzioni locali (Campania, Comune di Napoli) sono alle prese con i preparativi per consentire lo svolgimento dei giochi mondiali degli studenti universitari, le cosiddette Universiadi. La preparazione è partita nell’ottobre del 2015 quando la Campania chiese alla Federazione internazionale dello sport universitario (FISU) l’assegnazione delle Universiadi 2019, che si sarebbero svolte nel luglio del prossimo anno.
Successivamente nell’aprile del 2016, una volta ottenuta l’assegnazione dell’evento, la Regione costituì un’Agenzia regionale per le universiadi (ARU) e deliberò gli stanziamenti necessari per realizzare l’evento.

La Regione Campania, come quasi subito emerse, peccò della pretesa di monopolizzare lo svolgimento delle Universiadi e dovette subìre le critiche della FISU nonchè quelle del CONI (Comitato olimpico nazionale), che si sentivano esclusi dal tavolo dei progetti e delle decisioni operative. Il presidente della giunta regionale De Luca e i suoi fiduciari, tra cui il professore Pasquino nominato nel frattempo presidente dell’ARU, dovettero accettare di condividere con la FISU e il CONI responsabilità e azioni. Infine nel gennaio 2018 si è giunti in sede ministeriale alla costituzione di un Commissariato straordinario per le Universiadi che è stato affidato a un dirigente del Ministero dell’interno, la dott.ssa Luisa Latella, già prefetto di Catanzaro. In sostanza si è perduto più di un anno per mettere a posto procedure, appalti, progetti in vista dell’avvio delle Universiadi (luglio 2019) che dovranno ricevere le opere (gli impianti sportivi e le infrastrutture connesse) da collaudate e dichiarare agibili al più tardi nell’aprile del prossimo anno.

Il tallone d’Achille dell’intera operazione però si è rivelato l’installazione del Villaggio degli atleti che proverranno da molti Paesi stranieri per gareggiare a Napoli e nelle altre località campane dotate di impianti sportivi e che, accompagnati dai loro allenatori, dovranno essere nutriti, alloggiati e svagati fino alla conclusione dei giochi. Quante persone saranno in tutto? Almeno 6.000, si dice, se non 10.000. Dove alloggeranno?

Su questo argomento degli alloggi si è aperta un’accesa polemica tra le istituzioni locali, in particolare tra il presidente della giunta regionale De Luca e il sindaco di Napoli de Magistris. Inizialmente per gli alloggi era stata scelta una soluzione da molti ritenuta bizzarra: quella del Villaggio galleggiante, cioè attrezzare alcune navi crociera per alloggiare atleti e accompagnatori. Una di queste navi è stata trovata dopo una regolare gara d’appalto, mentre la gara per assegnare un secondo appalto è andata deserta perchè gli armatori interessati evidentemente ritennero l’importo inadeguato. La soluzione delle due navi era bizzarra per alcuni inconvenienti: gli atleti ospitati a bordo sarebbero stati ospiti occasionali della manifestazione, isolati, senza contatti con la popolazione, sarebbero stati quasi dei reclusi. Inoltre l’ancoraggio delle navi nel porto di Napoli creava problemi al traffico nell’area portuale in un periodo, quello estivo, di intensi movimenti turistici all’interno del golfo.

Allora apparve il paladino di un’altra soluzione, il sindaco di Napoli de Magistris, e la soluzione era: costruire alcune centinaia di casette, anzi ben 2.500 alloggi prefabbricati, collocandoli in un’area della Mostra d’Oltremare con l’intesa che una volta concluse le Universiadi queste strutture sarebbero state demolite.

La proposta de Magistris ha sollevato forti opposizioni motivate in vario modo. La costruzione dei prefabbricati nella Mostra d’Oltremare è stata giudicata da studiosi ed esponenti di associazioni professionali e culturali una lesione del carattere artistico, monumentale, della Mostra. Questo è stato anche l’esplicito convincimento del presidente regionale De Luca il quale ha preannunciato che si sarebbe opposto in tutte le sedi necessarie all’ipotesi dei prefabbricati dentro la Mostra d’Oltremare. L’idea di costruire e poi demolire i prefabbricati (una volta ultimate le Universiadi) inoltre è stata ritenuta velleitaria, contraddetta dall’esperienza del dopoterremoto del 1980 (quando i container ospitarono per anni i terremotati e poi gli immigrati di varia provenienza) e inoltre la fame di alloggi che caratterizza la zona flegrea, darebbe l’occasione a centinaia di famiglie senza tetto di occupare le casette una volta conclusi i giochi delle Universiadi.

Infine è stato criticato il comportamento delle autorità locali che nella ricerca di una soluzione per l’alloggio degli atleti non hanno tenuto conto di altre infrastrutture disponibili come i fabbricati già occupati e poi abbandonati dalla NATO a Bagnoli, fabbricati che, ha osservato Osvaldo Cammarota consigliere della Municipalità locale, attualmente sarebbero adattabili ad alloggi per gli atleti con pochi interventi e a costi contenuti.

Le controversie e le contrapposizioni tra i poteri locali alla fine hanno aperto la strada al nuovo governo Conte-Di Maio-Salvini che ha assunto la regia dell’operazione Universiadi in una riunione tenutasi  a Roma martedì  3 luglio scorso presso il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giorgetti. La riunione, oltre che rinnovare il mandato del commissario Latella, ha deciso di assegnare dieci giorni alle istituzioni locali affinchè raggiungano accordi conclusivi su tutti i problemi aperti per consentire lo svolgimento delle Universiadi. Qualora ci fossero stati ancora ritardi e inadempienze, il governo prenderà in considerazione l’ipotesi di nominare un Supercommissario per risolvere le questioni pendenti. E non si esclude l’ipotesi di mandare all’aria le Universiadi completando le opere già avviate di rinnovare gli impianti sportivi, opere comunque necessarie e utili allo sport locale, e abbandonando gli interventi in sospeso come il Villaggio degli atleti.

In sostanza l’indecisione e i conflitti tra i poteri locali nonchè la rivolta di parte dell’opinione pubblica napoletana, tutto ciò è stato un regalo fatto dai politici napoletani ai governanti da poco insediati a Roma. I nostri rissosi e sgangherati politici locali hanno convalidato tre argomenti della propaganda dei 5 Stelle e della Lega: l’argomento che i nostri rappresentanti elettivi sono dilaniati da conflitti d’interesse paralizzanti; l’argomento complementare, caro ai grillini, che il Mezzogiorno è vittima della cattiva politica; infine l’argomento carezzato dai leghisti, che solo il polso forte (la minaccia del Supercommissario alle Universiadi) può interrompere la nostra paralisi sociale e istituzionale.

Come risultato di reputazione e d’immagine conseguito dalla coppia De Luca-de Magistris non si poteva ottenere uno più rovinoso.

°da Qualcosa di Napoli

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