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Deep Food Space Challenge. La Nasa cerca soluzioni per garantire cibo agli astronauti.

Nutriente, sicuro, appetibile, ma soprattutto pensato per accompagnare l’uomo nello spazio. La NASA sostiene una competizione aperta a team statunitensi e internazionali.

A causa della difficoltà delle prossime spedizioni nella spazio, la Nasa è in cerca di soluzioni innovative e sostenibili per migliorare l’alimentazione degli astronauti a bordo. La sfida ha lo scopo di garantire “cibo buono e salutare” a vantaggio dell’umanità, nello spazio e sulla Terra. La posta in palio prevista per la competizione, prevede premi in denaro e borse di studio. Tali premi sono destinati ai team statunitensi e internazionali che utilizzano al meglio l’innovazione tecnologica, per ottimizzare la produzione di cibo sicuro e nutriente. A ricevere per primi il cibo saranno gli astronauti inviati in missione, anche se lo scopo principale è migliorare il sistema alimentare terrestre.

Tipologia e durata delle future missioni, infatti, saranno stabilite proprio in  base ai nuovi progressi tecnologici e scientifici. Fine luglio 2021 è la scadenza per presentare i progetti che potrebbero portare ai candidati fino a 25mila dollari per ogni team americano selezionato per accedere alla Fase 2, che prevede il test pratico delle innovazioni presentate. Ai team internazionali che parteciperanno alla competizione, invece, la Nasa garantisce un riconoscimento ufficiale per le 10 migliori proposte, che saranno poi svelate nel mese di settembre.

Come riportato dal sito Gambero Rosso.it, “Dobbiamo fornire cibo che soddisfi i requisiti calorici e nutrizionali dei nostri astronauti, ma vogliamo fare un ulteriore passo avanti. Vogliamo che la varietà, l’accettabilità e il contenuto nutrizionale del sistema alimentare superino la soglia del mero sostegno del corpo, e soddisfino anche il palato, diventando veicoli di promozione attiva della salute psicologica e fisiologica degli esploratori”, ha spiegato Grace Douglas, scienziata alimentare presso il Johnson Space Center NASA a Houston, tra i membri della commissione che valuterà le proposte. Se fino a oggi il cibo caricato a bordo, al momento della partenza, è stato sufficiente, il proseguire delle missioni potrebbe rendere necessario creare forme di autoproduzione, inizialmente con l’obiettivo di prolungare le spedizioni lunari, per poi pensare di esplorare Marte. I processi di innovazione dovranno quindi concentrarsi sulla possibilità di garantire cibo a quattro astronauti, in viaggio per tre anni, senza possibilità di fare “rifornimento”. Il cibo dovrà ovviamente essere anche semplice da gestire e da preparare dall’equipaggio, in spazi ristretti. In questo modo, sostiene la Nasa, sarà possibile elaborare strategie per inviare cibo in zone remote o disastrate del Pianeta, prive di risorse naturali o comunque provate da conflitti e disastri ambientali.

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