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Desametasone: riduce di un terzo la letalità da covid per i pazienti più gravi

Per la prima volta un farmaco sembra ridurre in modo importante la mortalità per covid nei pazienti più gravi: il medicinale di cui tutti parlano in queste ore di chiama desametasone ed è un farmaco steroideo (che simula cioè l’attività biologica degli ormoni naturali) con effetti antinfiammatori, usato da decenni contro un’ampia gamma di patologie come asma, allergie, colite ulcerosa e artrite reumatoide. In un trial clinico controllato condotto nel Regno Unito, il desametasone ha ridotto di un terzo le morti per coronavirus nei pazienti attaccati a ventilatori polmonari, e di un quinto i decessi di pazienti non intubati ma costretti a respirare con l’ausilio di ossigeno.

ULTIMA RISORSA. La sperimentazione fa parte dello studio RECOVERY, un massiccio tentativo di condurre trial randomizzati, cioè studi clinici che rispettano rigorose condizioni di controllo, su tutti i potenziali trattamenti farmacologici già forniti in uso compassionevole ai pazienti colpiti da CoViD-19. Nella sperimentazione sono stati coinvolti 2.100 pazienti che hanno ricevuto una dose bassa o moderata di desametasone (6 milligrammi) al giorno per dieci giorni, e altri 4.300 pazienti sottoposti ai trattamenti standard contro l’infezione. I benefici maggiori sono stati osservati sui pazienti in condizioni critiche, che respiravano grazie alla ventilazione meccanica, e su coloro che pur non essendo intubati avevano bisogno di ossigeno aggiuntivo, mentre non ci sono stati effetti sui pazienti con forme lievi della malattia, secondo Focus.

FIDUCIA RICAMBIATA. Gli esiti sono stati annunciati in un comunicato stampa ma saranno presto pubblicati su una rivista scientifica; intanto, il governo britannico ha autorizzato l’uso immediato di desametasone per i casi ospedalieri più gravi di covid, e l’OMS ha definito questi risultati preliminari “un’ottima notizia”. In passato, i tentativi di usare il farmaco contro altre infezioni da coronavirus come SARS e MERS erano stati inconcludenti, ma a convincere i ricercatori “a dare una possibilità” al desametasone sono stati due elementi soprattutto: il fatto che prevenga il rilascio di sostanze che scatenano l’infiammazione e la sua ampia disponibilità a basso costo.

ACQUA SUL FUOCO. Il desametasone è impiegato dagli anni ’60 per le patologie che comportano un’attivazione particolarmente intensa del sistema immunitario, come le malattie reumatiche, le allergie e alcune patologie autoimmuni. Questa sua caratteristica lo rende utile contro la covid: sembra infatti contrastare l’eccessiva risposta immunitaria che l’organismo scatena nel tentativo di contrastare il virus – la tempesta di citochine, una reazione che può avere effetti letali e che è tipica dei casi più gravi (quelli che traggono beneficio dal farmaco). Finora la comunità scientifica ha mantenuto un atteggiamento tiepido verso i farmaci con effetto immunosoppressore, che sembrano utili contro la covid, ma, allo stesso tempo, rischiano di indebolire il sistema immunitario proprio mentre l’organismo è sotto attacco. Tuttavia, somministrato a questi dosaggi, il desametasone non ha indotto effetti collaterali.

FACILE UTILIZZO. A differenza di altri farmaci che hanno mostrato un qualche beneficio contro la covid, come il remdesivir, il desametasone è disponibile nelle farmacie di tutto il mondo a costi contenuti: circa 6 euro a scatola, ed è stato calcolato che bastano 40-50 euro per un dosaggio sufficiente a salvare una vita. Diversamente da altri medicinali è in compresse, e quindi di facile somministrazione, un dettaglio non da poco che lo farà arrivare anche nelle realtà più povere e lontane da presidi sanitari.

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