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E se facessimo causa al Mondo?

È di ieri la notizia che Anton Purisima, 62 anni, newyorkese, ha presentato al tribunale di Manhattan una causa contro il Mondo intero per un’incredibile, impronunciabile cifra a ben trentadue zeri. A riportare la notizia quasi surreale è Il Mattino di Napoli.

Le accuse vanno dalla violazione dei diritti umani, alle lesioni personali, alla discriminazione, frode, tentato omicidio e chi più ne ha più ne metta; sul banco degli imputati finiscono tutti: ospedali, aeroporti, caffetterie, trasporti pubblici, fino ai semplici passanti con cani al guinzaglio.

Il signor Purisima punta il dito contro i supermercati e i bar per l’aumento incontrollato dei prezzi, per avergli deliberatamente rubato svariati penny, per avergli persino propinato dei croissant di pessima qualità. Denuncia i trasporti pubblici, rei di aver contribuito ad attaccargli qualsiasi tipo d’infezione o malattia, oltre allo stress accumulato a causa di ritardi e disservizi. Nel calderone finisce pure una coppia di cinesi. La loro imprudenza? Averlo fotografato a sua insaputa mentre veniva curato in un ospedale.

Tuttavia, l’intento di questo articolo non è interrogarsi sulla sensatezza del gesto del signor Purisima, né tanto meno darne una semplice cronaca dei fatti.

La cosa che maggiormente colpisce, è che il protagonista della vicenda, nella sua lunga lista, non menziona alcun avvenimento politico; esattamente la prima cosa che, invece, verrebbe in mente a moltissimi di noi se decidessimo di emularne le gesta.

E allora, voglio provare anch’io. Denuncerei per primi loro, i nostri rappresentanti in Parlamento.

Anche oggi, all’alba delle Elezioni Europee, vediamo sempre più pregiudicati riempire le liste dei partiti che si presentano a raccogliere la nostra fiducia. Situazione paradossale, non trovate? Per non parlare delle Leggi Anticostituzionali alle quali abbiamo “aderito” per anni: rimborsi statali, a favore dei nostri parlamentari per cene o viaggi privati, e magari solo questi, e tanto altro ancora che finirei per non uscirne più.

Quale migliore occasione per farci rimborsare fino all’ultimo centesimo?

E anche se analizzassi gli stessi ambiti presi in esame dal 62enne newyorkese, scoprirei di non distanziarmi poi tanto dai suoi capi d’accusa. Denuncerei una sanità ridotta sul lastrico che costringe i propri pazienti su imbarazzanti barelle nei corridoi delle strutture ospedaliere. Per non parlare dei mezzi di trasporto. Su di loro infierirei senza pietà: causa di stress, tempo perso a causa di ritardi e continui disagi.

Passerei poi ai supermercati. E non per l’aumento dei prezzi, anche quello meritevole quantomeno di una nota. Punterei, piuttosto, i riflettori su tutti quei centesimi (1 e 2) che non ti danno indietro con il resto.

Da automobilista me la prenderei con le strade bucate e le conseguenti spese di meccanico, gommista, ecc.

Sarei inflessibile con i datori di lavoro, tranne il mio s’intende: per tutti gli impieghi a nero, per tutti i “non è prevista retribuzione per questo lavoro, ma fai esperienza” che rivolgono di continuo a noi giovani. E siccome sono anche un tifoso, denuncerei la mia squadra del cuore. Sì, anche loro. Per tutte quelle volte che eravamo in vantaggio e ci hanno recuperato, per avermi fatto illudere di un esito diverso delle tante gare in sé e degli interi campionati.

E già che ci sono, ci butto dentro pure il barista che mi ha servito questo pessimo caffè mentre, al tavolino, scrivo quest’articolo.

Peggio per lui, è appena finito in lista

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