CAUTILLO.”LA PASQUA COINVOLGA LA NOSTRA VITA QUOTIDIANA, PASSANDO DAL NON AMORE ALLA LIBERTA’ DELL’AMORE.”

Pasqua Cos’è? Cosa significa? Dicendo: “Buona Pasqua” cosa vogliamo Augurare?
Il termine deriva dall’ebraico “pesach”, e significa “passaggio”. Per gli Ebrei ricorda il passaggio del Mar
Rosso dalla schiavitù egiziana alla libertà della Terra Promessa. Per Gesù è il passaggio da questo mondo al
Padre, attraverso la Passione, Morte e Resurrezione. Per i cristiani è il passaggio dalla morte alla Vita; ossia
dalla schiavitù del “non amore” alla “libertà dell’amore”.
Basta conoscere questi elementi per fare Pasqua? No!
Oltre alla conoscenza teorica ci vuole un coinvolgimento di vita.
Se la Pasqua è il più grande atto d’amore di Dio, poiché oltre al dono totale di sé non c’è altro modo più
incisivo per dire all’altro: ti amo, il coinvolgimento significa, in termini concreti, accogliere il dono dell’amore
gratuito, esultare di gioia per essere amati infinitamente e incondizionatamente, e distribuire amore a
chiunque si incontra sulla strada della vita, alla stessa maniera di Dio. Prima di tutto a se stesso, poi agli altri.
Amare se stesso vuol dire consentire a sé lo sviluppo delle proprie potenzialità; comprendere le proprie
debolezze e darsi fiducia nonostante le cadute.
Amare gli altri vuol dire consentire lo sviluppo delle loro potenzialità; comprendere le loro debolezze e dar
loro fiducia nonostante le ripetute cadute.
Come vedete non ho minimamente nominato Dio. Perché Dio non ha bisogno del nostro grazie, delle nostre
lodi, delle nostre offerte o sacrifici. Primo perché Egli è Amore puro, dono gratuito, libertà assoluta; poi
perché non ha bisogno di niente. Tutto è suo. Pur tuttavia non possiede nulla perché dona tutto (di sé e fuori
di sé). Chi coglie Dio in questa sua natura esce dalla paura, si sente libero pienamente ed è spinto ad amare,
come Lui, ogni Uomo – oggetto del suo infinito, immenso amore.
Vivendo così si fa Esodo, si fa Pasqua: avviene il passaggio dall’immaturità alla maturità umana; da una
incompiutezza alla pienezza di vita.
“Fate questo in memoria di me”: non deve ridursi alla celebrazione di un rito ma essere memoria del suo
amore nella vita quotidiana. Infatti il suo pensiero è esplicito quando dice: “amatevi gli uni gli altri, come io
ho amato voi”. Nel pane della Parola e nel pane Eucaristico attingiamo amore alla sorgente, ma nella vita
lo testimoniamo donandolo senza alcun interesse.
La celebrazione annuale della Pasqua di Cristo risvegli in ogni Uomo (discepolo) l’impegno a vivere ogni
giorno la sua Pasqua quotidiana (fare il passaggio da una vita egoistica ad una vita più umana) per essere
Pasqua per l’altro (stimolo, attrazione a fare altrettanto.

padre Carlo Cautillo

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