Ciambriello:” Il Referendum sulla cannabis abolisce una ideologia salvifica che uccide, mette in carcere e criminalizza.”

Che in una settimana  la raccolta firme per il referendum sulla cannabis legale abbia superato le 500mila adesioni necessarie per indire la consultazione è una grande novità, una buona  notizia. L’altra notizia è che la metà dei firmatari ha dai 18 ai 25 anni.  Tre parole d’ordine: libertà, diritti e depenalizzazione. È accaduto qualcosa di straordinario. Una vera valanga per abbattere una persecuzione che dal 1990 ha mandato in carcere centinaia di migliaia di persone per detenzione e piccolo spaccio delle sostanze stupefacenti vietate.Il successo della raccolta delle firme rappresenta una sconfitta per la politica. Ricordo che se non ci fosse stata la cancellazione da parte della Corte Costituzionale (relatrice Cartabia), avremmo ancora la legge iper-proibizionista e iper-punitiva, la nefasta Fini-Giovanardi.

Già, mentre in Italia si riaccende il dibattito sulla legalizzazione delle droghe leggere, la vicina Francia va alla guerra della cannabis.

Un cambio repentino di posizione per Macron, i suoi toni sono cambiati:” L’uso di stupefacenti deve essere fermato!”, senza distinguere tra droghe pesanti e leggere. L’ultima pubblicità governativa ha dell’incredibile:” Lottare contro la cannabis, è lottare contro l’abbandono scolastico.”

Per tornare in Italia, non si tratta di avere uno Stato “spacciatore”, visto che abbiamo già uno Stato biscazziere”, che sostiene il gioco d’azzardo legale. Intanto è un modo concreto per ridurre il potere dei trafficanti di droga,un atto Costituzionale per evitare tanti anni di carcere che è criminogeno, una scelta sanitaria e sociale d’avanguardia. Ecco tutto ciò che c’è da sapere sul Referendum.

Il quesito referendario, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, si compone essenzialmente di tre punti. Eccoli: 1) abolisce il reato di coltivazione di cannabis (eliminando la parola “coltiva” dall’elenco di ciò che è vietato fare); 2) cancella le pene detentive collegate alla coltivazione (attualmente, da due a sei anni) 3) elimina la sospensione e il ritiro della patente di guida per chi coltiva cannabis (ma non per chi si mette alla guida sotto l’uso di tale sostanza). Nel quesito, che inizierà con la classica domanda “Volete voi abrogare”, questi tre aspetti saranno inglobati in un’unica domanda. Dunque non sarà possibile votare in modo disgiunto (a meno che la Corte Costituzionale non ne respinga uno o più di uno, e a quel punto il quesito verrà riformulato).

Ha ragione il mio amico Franco Corleone:”L’effetto importante è che l’anno prossimo voteremo contro un’ideologia salvifica che uccide: altro che cultura dello sballo. E ridurremo il sovraffollamento nelle carceri.”

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