TONI NEGRI,GLI ANNI DI PIOMBO E LA BORGHESIA NAPOLETANA

Arrivato a 82 anni Toni Negri ha scritto il racconto della sua vita,o almeno una parte della sua vita,perchè il libro termina il 7 aprile 1979,quando la polizia bussa alla sua porta per arrestarlo.Si sa le autobiografie sono disseminate di trappole ed equivoci.Con questo libro non tutti i nodi vengono al pettine e soprattutto nessuna autocritica sugli “anni di piombo”. Gli anni 70 sono anni di grandi cambiamenti sociali,culturali e addirittura di costume.Furono anche gli anni di piombo.Due fenomeni destabilizzanti al centro dell’attenzione:lo stragismo e il terrorimo.Tante ricadute politiche ha riprodotto la lotta armata,tante vittime,tante vite spezzate,migliaia di giovani perduti dietro un folle velleitarismo.Un migliaio di persone nel “partito armato”,circa cinquemila tra simpatizzanti ed “irregolari.”Tanti lati oscuri,tutto sembra possibile,non tutto è stato chiaro,non tutte le responsabilità singole ed istituzionali portate a galla.

In questo libro il linguaggio su polizia e Stato resta inalterato a distanza di quattro lustri.L’ego-biografia di Toni Negri,il cosidetto “cattivo maestro”,non chiarisce,non fa autocritica sulle macerie umane lasciate,non illumina sulla rivoluzione sociale mancata.A distanza di anni continua a parlare di complotto politico per affossare un Movimento che il PCI non poteva tollerare.

Racconta anche dei suoi amori,dei suoi viaggi appassionanti,delle sue relazioni e confessa che fu a casa di un borghese napoletano che imparò “l’esatta composizione delle bombe molotov”. E precisa il luogo,in una:” bellissima villa sulla costa sorrentina,piastrellata di Vietri ed aperta ad una vista straordinaria.”

Piuttosto che usare toni autocelebrativi ed evidenti compiacimenti ci poteva dire di più dei sogni spezzati di giovani generazioni che per oggettive responsabilità non riuscirono a fare la Rivoluzione.

Storie di un comunista“,a cura di Girolamo De Michele,Ponte delle Grazie,va letto perchè il buon Toni Negri ha i calli e l’0stinazione del comunista che non rinuncia alla sua fede,che non l’abbandona nella polvere delle macerie di un mito crollato.

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