Cultura

E’impopolare, ma a Napoli si parla di politica

Dopo Bruxelles, Londra e Roma, è stato presentato anche a Napoli il rapporto che include gli atti di un convegno, organizzato dal Partito Radicale, in collaborazione con le associazioni appartenenti alla sua galassia: Nessuno Tocchi Caino (ONG che ha ottenuto all’ONU il riconoscimento della moratoria della pena di morte nel mondo) e Non c’è Pace Senza Giustizia (ONG protagonista di molte battaglie umanitarie, come quella contro l’infibulazione genitale). Il convegno, il cui nome è “Ragion di Stato contro Stato di Diritto”, si è svolto nello storico Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Il titolo della manifestazione sembra riecheggiare chissà quale periodo storico. Eppure il tema centrale del convegno è particolarmente attuale e utile per tracciare alcune linee guida fondamentali, non solo per salvaguardare, ma anche per sviluppare e rinnovare il concetto, la forma e la sostanza, di una parola spesso banalizzata: la democrazia. Erano presenti docenti, come Gianfranco Borrelli e Francesco di Donato, il filosofo Aldo Masullo e politici, come Marco Pannella; grazie alle conoscenze di ognuno degli ospiti, il pomeriggio partenopeo si è tinto di cultura e messaggi di fondamentale importanza. Il tema del dibattito non è stato solo italiano, lo si può definire universale. Oggi in tantissimi paesi la democrazia e lo stato di diritto, inteso come quel sistema composto dall’insieme dei diritti inalienabili, soprattutto civili, appartenenti a ogni individuo, sono continuamente calpestati in nome della ragion di stato.

Il rapporto presentato, durante il convegno, è composto di numerosi contributi, firmati da: Fausto Bertinotti, Marco Cappato, Giuseppe Rossodivita, Marco Perduca, Cesare Salvi, Antonio Tajani, Giulio Maria Terzi di Sant’Agata e Guy Verhofstadt. Il documento spiega, attraverso esempi concreti, come ancora oggi, all’interno dei 150 Stati Nazionali, diventati “democrazie reali”, i concetti di “democrazia” e “diritto”, siano messi da parte per motivi superiori, riconducibili al concetto di “ragion di stato”.
Dal punto di vista giuridico, questo è stato uno degli argomenti trattati nel convegno. Si è cercata di spiegare l’anomalia italiana, che presenta un sistema giudiziario al collasso, che continua a collidere con il sistema politico. Con un approccio filosofico, si è poi provato a chiarire il concetto di democrazia. E infine, con un’analisi politica, si sono spiegati gli effetti, che derivano da questo rapporto di forza, che sembra sempre più pendere verso la ragion di stato.

Dopo l’attentato che ha insanguinato Parigi, la Francia è chiamata in nome della sicurezza e dell’ordine, a imporre leggi restrittive, così come è stato fatto negli Stati Uniti, dopo l’11 settembre. L’Unione Europea è minacciata costantemente da movimenti populisti, reazionari, nazionalisti e razzisti, che minano l’unità ogni giorno; tutto ciò sembra essere giustificato dal fatto che dobbiamo difenderci dagli immigrati e dai terroristi. Siamo di fronte a nuovi conflitti, anche sociali e, la politica risponde, abbandonando un percorso liberale, in grado di ampliare lo scenario dei diritti degli individui e, alzando invece, “nuovi muri”. Tutto questo è amplificato da un sistema mediatico, troppo spesso falso e allarmista. Argomento, questo trattato durante il convegno. Ci troviamo dinanzi a un’informazione che non svolge il suo dovere, far conoscere e soddisfare, quel diritto alla conoscenza, quasi sempre dimenticato. Il termine del convegno ha regalato a tutti una maggior consapevolezza. Resta tuttavia il fatto, che un uomo di 85 anni, Marco Pannella, è solo in questa battaglia di verità, che porta avanti con tenacia, nel totale silenzio mediatico. La sua ostinazione però continua a donare speranza e ottimismo. Ma soprattutto vedere che molti dei diritti civili, per i quali il Partito Radicale, si batte da sempre, non sono ancora oggi riconosciuti, fa comprendere quanto ancora oggi c’è bisogno di queste battaglie.

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