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Elio Pariota: “38°parallelo: Pace coreana regia cinese”

Lungo la linea di demarcazione militare nel villaggio di Panmunjom ieri è scoppiata la pace tra le due Coree. La tregua che 65 anni fa aveva interrotto il bagno di sangue fratricida (oltre 2 milioni morti) potrebbe adesso trasformarsi in un trattato che preveda finanche la denuclearizzazione nella Penisola.
Trump rivendica i meriti di questo storico successo, ma non è così. Forse non tutti ricordano che a fine marzo il dittatore nord coreano Kim Jong-un volò a PecLungo la linea di demarcazione militare nel villaggio di Panmunjom ieri è scoppiata la pace tra le due Coree. La tregua che 65 anni fa aveva interrotto il bagno di sangue fratricida (oltre 2 milioni morti) potrebbe adesso trasformarsi in un trattato che preveda finanche la denuclearizzazione nella Penisola.
Trump rivendica i meriti di questo storico successo, ma non è così. Forse non tutti ricordano che a fine marzo il dittatore nord coreano Kim Jong-un volò a Pechino per sentirsi dire di smetterla di giocare al bombarolo e di recuperare la necessaria moderazione.
Necessaria a chi? Alla Cina, naturalmente, che pure per anni ha utilizzato le velleità di Kim come arma di pressione internazionale.
A quel celeste impero che nell’Asia orientale sta giocando una partita cruciale rivaleggiando con gli Stati Uniti per il controllo dei mari. E che – a dispetto di quanto si creda – ha interessi economici di enorme portata con la Corea del Sud del dialogante Moon Jae-in.
Non sappiamo in quale misura i buoni propositi di Kim e Moon saranno seguiti dai fatti. Ma il 38° parallelo ha chiarito al mondo intero che in quell’emisfero non si muove foglia che la Cina non voglia. Indipendentemente da come andrà a finire il gigante dagli occhi a mandorla ha già vinto.

 

 

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