Qui ed ora

FAUSTO PEPE: “DOBBIAMO SFORZARCI DI COSTRUIRE UN PARTITO INTESO COME COMUNITÀ E NON COME CONTENITORE DI ASPIRAZIONI PERSONALI

imageLa corsa al dopo Mortaruolo, a Benevento, è già iniziata. Il neo consigliere regionale che, nel corso degli ultimi anni, ha ricoperto la carica di segretario provinciale, lascerà il passo, dopo l’elezione in seno al consiglio regionale.

In città e nell’intera provincia sannita, iniziano a delinearsi i primi scenari in vista del rinnovo della segreteria provinciale e, al contempo, si fanno le prove generali di possibili alleanze. Chi non ci sta a recitare un ruolo da comprimario è certamente il sindaco di Benevento, Fausto Pepe che di recente ha aderito alla corrente interna al Pd di Rifare l’Italia, capitanata dagli ex giovani turchi, Matteo Orfini, attuale presidente del PD, e Andrea Orlando, ministro della giustizia. A questo proposito, la redazione di Linkabile, ha voluto ascoltare il parere proprio del primo cittadino sannita, in vista di un congresso che si preannuncia a dir poco infuocato.

imageSindaco, a suo avviso, bisogna trovare una sintesi su un nome condiviso per la segreteria provinciale?
“La sintesi solo sui nomi non esiste. Quando la discussione verte unicamente sui nomi diventa esclusivamente accordo sulle poltrone ed io credo che il popolo democratico del Sannio meriti ben altro. Ad una conclusione unitaria si può giungere solo dopo un dibattito vero su una molteplicità di elementi a partire da ciò che deve tornare ad essere il partito e che funzione deve svolgere per il territorio e i suoi cittadini. Una soluzione condivisa è auspicabile proprio per questo, perché non può prescindere da una discussione che finora è mancata. Dobbiamo sforzarci di costruire un partito inteso come comunità e non come contenitore nel quale trovano soddisfazione aspirazioni personali. Il partito deve essere in grado di ascoltare i bisogni della società tutta e rendersi promotore di azioni in grado di farla progredire. E questa l’idea di partito che condivido, un PD attento agli interessi generali e non solo di alcuni, che accoglie l’impegno di quanti ne condividono i valori, i principi e la cultura riformista”.

Quale è l’identikit del nuovo segretario provinciale?
Va definito l’identikit della funzione e non della persona. Serve anzitutto essere dotati di un pensiero dinamico ed autonomo nell’elaborazione e nell’azione per poter rispondere non solo all’enorme voglia di partecipazione e democrazia delle persone ma anche e soprattutto ai numerosi bisogni della nostra terra. Il Sannio vive una crisi profonda che si traduce in difficoltà materiali di vita per i nostri cittadini. I sindaci e le amministrazioni locali da sole non sono in grado di far fronte ai problemi strutturali di un territorio evidentemente aggravati da una congiuntura economica di crisi. L’Italia registra qualche segnale di ripresa seppur ancora timido. In questo ha giocato un ruolo positivo l’azione, coraggiosa ed innovativa, a tratti irriverente, del governo Renzi, pur con i suoi limiti. Ma nel mezzogiorno e nel Sannio la ripresa deve ancora partire. I processi di sviluppo non rappresentano mai una dinamica neutrale rispetto agli interessi presenti in una comunità locale, anzi la competitività di un territorio nasce dalla equilibrata mescolanza di tutti gli elementi che lo caratterizzano e da quanto si ha la capacità di farne sistema. Il partito democratico del Sannio deve intestarsi con maggiore serietà e determinazione i problemi della nostra provincia. Deve riflettere su questi temi. Serve una figura, quindi, in grado di dedicarsi esclusivamente a questo ruolo, questa carica non può rappresentare né un contentino né una porta di accesso ad altri scranni”.

Quale è il segnale che la segreteria provinciale uscente dovrebbe dare, a suo giudizio? 
Il gruppo dirigente uscente avrebbe dovuto svolgere un ruolo finora e non da ora. Non ha avuto la capacità di incidere sui processi territoriali e politici con lo slancio e l’autodeterminazione necessari. Ne è stato in grado di coinvolgere le intelligenze diffuse, dentro e fuori il PD, nell’elaborazione di un progetto nuovo che da un segretario giovane con una segreteria altrettanto giovane pur ci aspettavamo. Il recente passato ci consegna grandi vittorie, ad iniziare dalle ultime regionali e dal governo della Campania con la non semplice elezione di Eno De Luca, ma contemporaneamente ci pone dinanzi ad un tema considerevole se guardiamo a come abbiamo vinto nei singoli territori e a ciò che è accaduto in regioni come la Liguria o in città come Venezia: la necessi di strutturare meglio il partito nella sua impalcatura complessiva per provare a contrastare la chiusura e l’autoreferenzialità che si annida nelle federazioni e per promuovere meglio l’attività del governo nazionale di cui abbiamo la responsabilità. La settimana scorsa abbiamo ospitato, nella sala del nostro consiglio comunale, la Senatrice democratica Monica Cirinnà la quale, invitata dal collettivo WAND, ha discusso della proposta di legge sulle unioni civili e le coppie di fatto che la vede prima firmataria. La promozione dell’attività dei nostri rappresentanti istituzionali dovrebbe essere anzitutto in capo al partito, che non solo non l’ha mai fatto ma nel caso specifico era anche assente nei suoi vertici provinciali. O ancora il mancato confronto sulla riforma della scuola, che pure avrebbe dovuto promuovere la segreteria, ci penalizza e mal ci rappresenta agli occhi di studenti, docenti e di tutto quel mondo. Un partito così non è attrattivo per le forze sane e giovani che chiedono spazi di partecipazione. L’unico segnale positivo che possiamo aspettarci è la discontinuità rispetto alle gestione del partito a guida Mortaruolo“.

Potrebbe piacerti...