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FRANCESCO TODISCO(ART1):il rapporto con De Luca. È un rapporto di lealtà consapevole dell’impegno comune sui programmi ma anche delle differenti letture politiche.

Con un intervento serio ed argomentato Franco Genzale mi ha posto alcuni interrogativi. A partire dalla incompatibilità politica fra l’impegno in Articolo Uno e il sostegno al Governatore De Luca. Su questo e altri punti ho risposto con queste riflessioni ospitate da Orticalab, a cui va il mio ringraziamento. È una lettura lunga ma spero utile a comprendere i miei convincimenti. Eccola:
L’intervento di Franco Genzale merita una doverosa attenzione ed anche un ringraziamento per la serietà con cui sono state poste questioni importanti. Senza quella superficialità che troppo spesso caratterizza giudizi e analisi di tanti, troppi osservatori. Quella stessa superficialità che priva la politica della sua stessa essenza: la capacità di esprimere giudizi e scelte orientate dalla propria visione ideale.
La prima “contestazione” che mi viene mossa è la seguente: avendo scelto di abbandonare il Partito Democratico per fondare, insieme a tanti altri, “Articolo Uno” si determinerebbe una sorta di incompatibilità politica con il Presidente della Giunta regionale, Enzo De Luca.
“Articolo Uno” nasce su un giudizio politico: sulla netta presa di distanza da ciò che è diventato il Partito Democratico, sulla necessità di costruire uno spazio politico, a sinistra, capace di rappresentare tutti quelli che, sempre più numerosi, nel tempo non si sono riconosciuti più nel Pd e per costruire una proposta politica che affronti i problemi del Paese con lo sguardo degli ultimi. La nascita di Articolo Uno non cancella una storia, ma avviene in una storia. Immaginare che con la fondazione di un nuovo soggetto politico possa farsi tabula rasa di tutto ciò che è stato è un’enorme sciocchezza. Sciocchezza che si nutre di quella superficialità richiamata in precedenza.
La scissione nel Partito Democratico non ha provocato l’automatico scioglimento delle amministrazioni locali e dei governi regionali in cui ci sono stati protagonisti amministrativi che hanno scelto di aderire a Mdp. Sarebbe stato il segno di un’inciviltà politica e istituzionale. Nemmeno Renzi, che non è proprio un campione di stile democratico e istituzionale, ha mai immaginato di sfiduciare il Governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, dopo la scelta di quest’ultimo di essere fra i fondatori del nuovo soggetto politico.
Questo significa nel rapporto fra noi e il Pd, nei livelli in cui governiamo insieme, dal Governo nazionale fino alle amministrazioni locali, fotografare la situazione per com’è e lasciarla immutata? Assolutamente no. Ma questa complessità ha bisogno non di posizioni pregiudiziali, ma della politica. Laddove le visioni e le scelte di governo diventano inconciliabili si è chiamati a fare delle scelte. E questo è vero a partire dal nostro rapporto con il Governo Gentiloni.
Ma eccoci al punto: il rapporto con De Luca. È un rapporto di lealtà consapevole dell’impegno comune sui programmi ma anche delle differenti letture politiche. D’altra parte, quando il Pd, in violazione delle proprie norme interne, ha scelto di non candidarmi, è stato De Luca, in extremis, a offrirmi la possibilità di essere candidato nelle sue liste, proprio perché consapevole della necessità di far vivere in quella campagna elettorale una storia: la rappresentanza di un pezzo della sinistra irpina che il Partito democratico, con assoluta miopia politica, aveva provato a umiliare. Questa lealtà cancella le differenze? Anche qui, assolutamente no. Differenze vissute con franchezza, come, ad esempio, in occasione del referendum costituzionale, laddove abbiamo rappresentato, con forza, posizioni differenti. E la schiettezza, in un rapporto politico, non scalfisce il dialogo, ma lo rafforza. E tutto ciò, per inciso, sarebbe stato vero anche se non fosse avvenuta la scissione e fossi ancora un dirigente del Pd. E vengo così alla questione dei contenuti che proverò a far vivere in un dialogo di tal fatta.
Genzale, come altri osservatori, ritiene inconciliabili le nostre proposte con la visione programmatica di De Luca. Riassumo le nostre proposte: sull’acqua, riteniamo essenziale che una parte consistente dei fondi europei venga utilizzata per il rifacimento delle reti. Un dovere a cui sono chiamati a non sottrarsi, anzitutto, le amministrazioni locali e su cui la Regione deve avere un ruolo di orientamento, di guida, di visione strategica, tale da portare a compimento questo ambizioso obiettivo; sul “progetto pilota”, riteniamo che la sola riorganizzazione dei servizi in Alta Irpinia, senza una vera strategia di contrasto allo spopolamento giovanile, porti a risultati irrilevanti. Da qui, la nostra proposta di utilizzare una parte dei fondi previsti per sostenere attività di piccola e diffusa imprenditoria giovanile che consenta a giovani di quel territorio di continuare a viverci; sull’ex Irisbus, chiediamo una vera strategia nazionale nel perseguire l’obiettivo di togliere dalle nostre città più di 25000 autobus fuori norma e inquinanti. La Regione fa la sua parte quando mette a bando, nella maniera più trasparente possibile, l’acquisto di nuovi pullman. Lo Stato deve fare la sua parte, a nostro avviso, con un intervento diretto nella partecipazione azionaria nell’IIA e con una legislazione (che sul modello francese e di altri paesi europei) tuteli una produzione di rilevanza strategica nazionale.
Sono davvero così distanti queste proposte dai convincimenti di De Luca? Non ne sono convinto, ma se anche fosse così la funzione di un consigliere regionale, anche di maggioranza, non è quella di accettare supinamente le proposte dell’esecutivo, ma quello di contribuire a determinare un dibattito politico e istituzionale che aiuti a costruire le migliori soluzioni possibili per risolvere le questioni della nostra comunità.
Non mi nascondo dietro a un dito e chiunque abbia seguito la storia della parte politica che rappresento sa benissimo che il prender posizioni scomode non ci ha mai spaventato. Il punto è che finché ci sono e ci saranno le condizioni per un’interlocuzione seria, argomentata e rispettosa della propria autonomia nella maggioranza che sostiene il Presidente De Luca, noi offriremo il nostro contributo di proposte e di idee. Laddove questa interlocuzione dovesse essere ritenuta superflua non potremmo che prenderne atto. Ma nulla, finora, si è verificato perché potessi pensare questo. Tutto quel che ho descritto si muove all’interno di quella complessa arte chiamata politica. Senza di essa si afferma la superficialità nei giudizi che determina pregiudizi. E questi ultimi non sono mai appartenuti al mio impegno politico.

FRANCESCO TODISCO, consigliere regionale di Art1

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