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Gli ‘Ebola fighters’ sulla copertina del Time

Dopo Papa Francesco scelto nel 2013 per la sua umanità e la sua capacità di comunicazione universale, anche attraverso la Rete, che gli aveva consentito di riavvicinare alla Chiesa migliaia di persone in pochissimo tempo, il titolo di personaggio dell’anno va non a una singola persona, ma a tutti gli operatori sanitari che nel corso del 2014 si sono battuti contro l’epidemia di Ebola in Africa occidentale.

La rivista statunitense “Time” ha infatti scelto di assegnare il tradizionale riconoscimento agli “Ebola fighters” con la seguente motivazione: «L’ebola è una guerra, ma anche un avvertimento. Il resto del mondo può dormire la notte perché c’è un gruppo di donne e uomini disposti a resistere e a combattere. Per gli atti instancabili di coraggio, per aver dato al resto del mondo il tempo di organizzare le proprie difese sanitarie, per aver rischiato e perseverato, per essersi sacrificati e aver salvato, gli Ebola fighters sono i personaggi dell’anno».

 “Time” riconosce quindi  agli operatori sanitari, oltre al grande sacrificio compiuto per salvare vite umane a costo di mettere in pericolo la propria, pure il merito di aver anticipato i governi di Europa e Stati Uniti che tardavano a intervenire sottovalutando la portata dell’epidemia in Liberia, Guinea e Sierra Leone, e di aver loro consentito di organizzare una risposta a Ebola in contesti in cui i canali ufficiali e le istituzioni non erano adeguatamente attrezzati per fronteggiare l’emergenza.

Tra gli operatori sanitari, infermieri e medici finiti sulla copertina della prestigiosa rivista, ci sono anche tanti medici italiani, uno dei quali è il volontario di Emergency attualmente ricoverato all’ospedale “Lazzaro Spallanzani” di Roma perché – caso unico al momento – contagiato dal virus in Sierra Leone. Sulle sue condizioni di salute da diversi giorni si rincorrono voci che lo vedono ora peggiorare, ora dare segni di miglioramento: le ultime notizie parlano di prognosi riservata e recupero dell’autonomia respiratoria. Se il volontario ce la farà a sconfiggere Ebola, sarà anche grazie al piano di evacuazione messo a punto dell’Unione Europea e che garantisce al personale medico impegnato nel continente africano di essere trasportato entro le 48 ore in un ospedale attrezzato in Europa. L’Ue inoltre ha già impegnato oltre un miliardo di euro per l’emergenza, di cui 373 milioni dal bilancio della Commissione.

Intanto, il riconoscimento agli Ebola fighters è stato occasione per fare un punto sulla situazione: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità al momento le vittime accertate sono 6331, quasi tutte in Africa Occidentale, mentre sono quasi 18mila i contagiati. Un’epidemia che ha avuto un simile impatto per l’iniziale impreparazione, anche per ammissione della stessa OMS, davanti a una malattia vecchia e nota, ma che ha bisogno di un’efficace e tempestiva diagnosi per essere frenata. Oggi, a diversi mesi dalla sua esplosione, l’Italia ha messo a punto un test rapido per la diagnosi precoce che fornisce una risposta valida in soli 75 minuti.

 

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