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Guida Michelin e TripAdvisor: matrimonio da 8 miliardi di dollari

Ormai gourmet è un termine molto di moda negli ultimi anni, usato per descrivere piatti, particolari tipi di cucina apprezzare dagli amanti del buon cibo. Questa espressione deriva dal francese antico “gromet” che letteralmente si traduce con garzone, ragazzo o valletto. Questo significato venne poi mischiato con quello di “gourmand“, cioè goloso, trasformandosi così nell’attuale gourmet che si traduce in buongustaio o fine intenditore di vini e cibi.

Nella Francia del XVII secolo, questo termine faceva riferimento ad una persona dal palato fine. In origine era colui che degustava i vini che in seguito diventò il “buongustaio”. Con il tempo e grazie all’incremento della gastronomia vista come vera e propria arte culinaria, la parola ha quindi subito un ulteriore cambiamento di significato, venendo utilizzata in diversi campi per determinare l’eccellenza di un prodotto.  Ad oggi è utilizzato in rapporto alla culinaria e alla haute cuisine.
Prendete due opposti e metteteli insieme: Guida Michelin e TripAdvisor, l’anonimato degli ispettori più temuti del globo e l’anonimato di cui tutti dubitano si sono alleati.  Nell’era food 4.0, il cibo passa dagli accordi finanziari e la strategic partnership Tripadvisor Michelin è arrivata a (tentare di) appianare l’eterna diatriba sul mangiare bene (di altissimo livello o in quantità smodate?). La notizia è uscita ufficialmente, annunciata in modo congiunto dalla più famosa guida per gourmet e dal portale di recensioni online, con uno scambio di intenti che ha interessato anche le rispettive piattaforme di prenotazione ristoranti online. Nonostante l’apparente distanza dei target -estremamente pop e review based quello di Tripadvisor, elegantemente snob e riservato al fine dining di alto livello quello della Rossa-, il matrimonio inatteso porterà Michelin e Tripadvisor a diventare il più grande gruppo di recensioni e booking di ristoranti del mondo.

E non solo, perché lo scambio è stato declinato in termini di mutuo guadagno. E la danza è diventata una quadriglia: Michelin ha venduto a Tripadvisor la sua piattaforma di prenotazione ristoranti online Bookatable, da lei acquisita nel 2016, che funziona per 14mila locali di alto livello. Questi verranno inglobati nella piattaforma controllata The Fork, che permette di prenotare ristoranti approfittando anche di sconti e community reviews. Ma l’affare favorisce anche la Rossa, perché nella community delle recensioni di ristoranti i ristoranti stellati Michelin di tutto il mondo saranno segnalati con i vari premi (oltre alle stelle, ci sono i Bib Gourmand e i Piatti), così da facilitare ulteriormente la ricerca e la prenotazione di una cena stellata. Così il numero dei ristoranti prenotabili su The Fork passa da 67mila a 81mila, con tanto di selezione accurata in base alla classificazione delle stelle, e allargamento a 22 mercati che includono 5 new entry tra cui Inghilterra, Germania, Austria, Finlandia e Norvegia. Così nasce ufficiale il database di restaurant booking più grande del mondo, dicono i due nuovi partner con orgoglio nel comunicato ufficiale riportato da Eater London. I termini economici dell’accordo, però, non sono stati divulgati.

Cosa succederà dopo l’accordo Tripadvisor-Michelin? In concreto, apparentemente nulla di scioccante: solo la possibilità di raffinare le ricerche su Tripadvisor (e TheFork) in base alle stelle Michelin, e magari prenotare approfittando di qualche eventuale promozione appositamente pensata (che non è un’utopia lontana). Stop. Un normalissimo accordo commercial-marketing tra due partner in affari. Da un lato, tanto di guadagnato per l’utente: grazie alla legenda dei simboli della guida francese, si può vedere subito se quel ristorante è segnalato nella Michelin, e in caso decidere di includerlo (o escluderlo) dalla propria selezione per la cena fuori. In più aggiunge un tocco di autorevolezza per quei ristoranti stellati che, per l’algoritmo di classifica generale di Tripadvisor, spesso si trovavano a smezzare il gradimento positivo con l’osteria zozza. Una differenziazione immediata per riconoscimenti può aiutare a preselezionare i parametri di ricerca, e trovare il posto migliore dove mangiare.

Ma la notizia dell’accordo, per quanto raccolta con generale neutralità apparente, non poteva passare sottotono. Prima questione: è una sorta di minaccia alla credibilità della Michelin? Tripadvisor è stato spesso considerato il male della ristorazione contemporanea: la possibilità democratica di libera recensione significa facilmente incocciare in critiche poco approfondite, parziali, addirittura livorose (quando non palesemente false o comprate, di scandali sulle recensioni finte su Tripadvisor sono piene le cronache) è in controsenso con il rigore autorevole incarnato dagli ispettori della Michelin e dalla puntualità delle loro critiche, che decidono le stelle in perdita e promozioni nell’olimpo. Nonostante alcuni allarmi foodie (che pendono cinicamente per la perdita di credibilità della Michelin), sembra che i due antichi opposti abbiano scelto una terza via: se non puoi combatterli, fatteli amici. E sieditici a tavola insieme.

La storia:  Una normale famiglia parte dell’industrializzazione della Francia di fine Ottocento. Una storia comune dal finale eccezionale. Perché ciò che di grande hanno fatto i due fratelli è prendere un’impresa di gomme e farne il simbolo della più raffinata cucina del mondo. Fu nel 1900 che Michelin iniziò a produrre guide di viaggio che, inizialmente, venivano consegnate gratuitamente agli automobilisti. Un decennio dopo, alle guide si aggiunsero le mappe. Guide e mappe invitavano i viaggiatori a esplorare il proprio paese, consigliando loro i luoghi dove fermarsi a mangiare e dormire. L’obiettivo era quello di stimolare lunghi viaggi in auto e, di conseguenza, una più ampia vendita di pneumatici. Nel 1926, le guide cambiarono aspetto: i ristoranti ne divennero il fulcro; tutti recensiti da critici anonimi, il cui modo di agire è tutt’ora segreto. Oggi, le guide Michelin coprono 34 paesi in Europa, Asia e America. La loro classifica è il più grande terrore e il più grande desiderio di ogni ristorante. Lo chef inglese Andrew Wong ha paragonato il prendere una stella a prendere moglie; mentre Gordon Ramsay ha raccontato di essere scoppiato in lacrime quando uno dei suoi ristoranti ne ha guadagnate due. Le guide Michelin hanno il potere di fare la fortuna di un ristoratore o, al contrario, di stroncarne la carriera per sempre. E i suoi ideatori, quasi un secolo prima di Master Chef e del #foodporn, hanno convinto i turisti di tutto il mondo che del buon cibo vale un lungo viaggio.

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