Qui ed ora

I dati drammatici sulla deforestazione amazzonica, diffusi a luglio e negati dal presidente, stanno sollevando reazioni in tutto il mondo. E l’hashtag #prayforamazonia sta diventando virale

“La nostra casa sta bruciando. Letteralmente. La foresta pluviale amazzonica – il polmone che produce il 20% dell’ossigeno del nostro pianeta – è in fiamme. È una crisi internazionale. Membri del vertice del G7, discutiamo di questa emergenza tra due giorni! #ActForTheAmazon”. Il tweet di Emmanuel Macron sfida apertamente Jair Bolsonaro, levandogli voce in capitolo. Infatti, la proposta francese di mettere in agenda la foresta pluviale amazzonica al prossimo G7 di Biarritz, esclude il Brasile, che non è né incluso e né invitato. Bolsonaro non l’ha presa bene. Lo confermano i suoi tweet rabbiosi, in cui, oltre a ribadire la sovranità brasiliana sull’Amazzonia, dà del colonialista al presidente francese. Una diretta sui social di 18 minuti chiude il disappunto del presidente dell’ultra destra. “Mi dispiace che il presidente Macron cerchi di strumentalizzare una questione interna del Brasile e di altri Paesi amazzonici – ha scritto il leader populista – per vantaggi politici personali. Il tono sensazionalista con cui si riferisce all’Amazzonia (accompagnato tra l’altro da foto false) non fa nulla per risolvere il problema. Il governo brasiliano rimane aperto al dialogo, basato su dati oggettivi e rispetto reciproco. Il suggerimento del presidente francese di discutere le questioni amazzoniche al G7 senza la partecipazione dei Paesi della regione evoca una mentalità colonialista fuori luogo nel 21esimo secolo”.

Il presidente Bolsonaro infine, ha deciso di inviare l’esercito nelle zone colpite dalle fiamme: l’obiettivo è la “preservazione e la difesa della foresta pluviale nella zona amazzonica, nostra eredità nazionale”. Mentre il presidente Trump ha fatto sapere che “Gli Usa sono pronti ad aiutare il Brasile con gli incendi dell’Amazzonia, siamo pronti ad assisterli”. I dati dei satelliti dell’Inpe, Istituto nazionale per la ricerca spaziale, il cui direttore, Ricardo Galvao, è stato silurato per averli diffusi in quanto non graditi a Bolsonaro, hanno provato che il 2019 sta battendo ogni record per la quantità di incendi nella foresta pluviale amazzonica. E’ stato rilevato un aumento dell’83% dei roghi, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: 73 mila incendi contro 40 mila. Gli incendi questi ultimi mesi stanno dando il colpo di grazia all’Amazzonia che è vittima di una deforestazione selvaggia senza precedenti che coincide con l’insediamento del presidente, convinto negazionista dei cambiamenti climatici. E’ stato calcolato che ogni minuto scompaiono tre campi da calcio. Sulla questione amazzonica la cancelliera tedesca Angela Merkel sostiene quanto dichiarato da Macron, gli incendi in Amazzonia rappresentano una “grave situazione di emergenza”, e devono essere inseriti nell’agenda del G7. Il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert spiega: “L’estensione degli incendi nella regione amazzonica è spaventosa e preoccupante non solo per il Brasile e per gli altri Paesi colpiti, ma per tutto il mondo”. 

Risultati immagini per amazzonia

Al coro di voci contro Bolsonaro si aggiunge anche il primo ministro britannico Boris Johnson, secondo cui gli incendi rappresentano “una crisi internazionale”. Londra, avverte Johnson su Twitter, “è pronta a fornire tutto l’aiuto necessario per contrastare i roghi e per aiutare a proteggere una delle grandi meraviglie del pianeta”. Intanto la Finlandia, che detiene la presidenza a rotazione dell’Unione europea, vuole che l’Ue vieti le importazioni di manzo dal Brasile. “Ue e Finlandia stanno valutando con urgenza la possibilità di vietare l’importazione di manzo brasiliano”, ha avvertito il ministro Mika Lintila su Twitter.  Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres si è detto “profondamente preoccupato. Nel mezzo della crisi climatica globale, non possiamo permetterci più danni a un’importante fonte di ossigeno e biodiversità. L’Amazzonia deve essere protetta”. E’ intervenuta anche la popstar Madonna, sia su Twitter che su Instagram, rivolgendosi direttamente al presidente brasiliano: “I fuochi infuriano e l’Amazzonia continua a bruciare. Questa è una devastazione per il Brasile, per gli indigeni che vivono lì e le specie vegetali e animali che rendono questa l’Amazzonia, la più importante foresta della biodiversità! Presidente Bolsonaro, per favore, cambia le tue politiche e aiuta non solo il tuo Paese ma l’intero pianeta. Nessuno sviluppo economico è più importante della protezione di questa terra. Dobbiamo svegliarci. Il futuro della foresta pluviale influisce sul futuro del mondo! #prayforamazonia #amazonrainforest #brazil #wakeup”. Reazioni preoccupate anche dal mondo dello sport. Al coro del dissenso di è unito l’attaccante della Juventus, Cristiano Ronaldo. Chef Rubio si spinge oltre e si allinea con molte delle polemiche di questi giorni che hanno voluto paragonare le reazioni internazionali all’incendio di Notre Dame con quelle più silenziose del dramma amazzonico. “Se l’Amazzonia avesse la forma di una cattedrale, oggi il mondo sarebbe commosso”. Manifestazioni per l’Amazzonia sono in programma per oggi in Brasile e nel mondo.Le proteste sono in programma a San Paolo e Rio de Janeiro. E inoltre il movimento ‘Fridays for Future’ della giovane svedese Greta Thunberg, icona della lotta contro il cambiamento climatico, ha lanciato un appello a manifestare davanti ad ambasciate e consolati del Brasile nel mondo.

Potrebbe piacerti...