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I MITI DI NAPOLI , STORIA DELLA CHIESA DI SAN FILIPPO: TRA ARTE E SETA

In molti punti della città, esiste una Napoli in superficie e una sotterranea. Questo vale anche per la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, la cui storia è legata all’arte della seta. La chiesa si fa risalire al 1641, anno dell’inaugurazione, e ai consoli della seta, antica arte di grande importanza dal punto di vista economico dal’500 alla fine dell’800 quando la rivoluzione industriale tolse il primato alla città partenopea. I consoli della seta, spostandosi dalla zona Mercato dove ebbero la prima sede, ampliarono il conservatorio già esistente che ospitava le figlie dei tessitori poveri di Napoli. I consoli acquistarono anche il palazzo del principe di Caserta Acquaviva per costruire il nuovo conservatorio delle figliuole povere dell’arte della seta (attualmente ospita una scuola) e successivamente il palazzo del duca Spinelli di Castrovillari. L’interno si presenta a navata unica, con quattro cappelle per lato e senza transetto. Sul pavimento maiolicato, opera di Giuseppe Massa, è presente lo stemma della Corporazione, mentre la zona absidale è sormontata da una cupola. Oltre alle decorazioni in stucchi e marmi policromi, le opere più significative sono gli affreschi settecenteschi di Giacomo Cestraro nella volta della navata e le tele della tribuna in cui sono rappresentati San Filippo che infrange gli idoli e il Martirio di San Giacomo. Sull’altare maggiore è posta una tavola di Ippolito Borghese, in cui è raffigurata la Vergine e Santi, mentre all’ingresso troviamo dipinti di Ippolito D’Elia (1750) .Le acquasantiere sono di Domenico Antonio Vaccaro. Inoltre, all’interno della chiesa, sono conservate tre statue in legno policromo del XVII secolo raffiguranti l’Addolorata, il Cristo Morto e la Maddalena, altre tele di Ippolito D’Elia e Dipinti di Lorenzo De Caro. Le statue della facciata sono di Giuseppe Sanmartino. Grandi artisti  lavorarono nella metà del’700 al restauro della chiesa voluto per tentare un rilancio dell’arte della seta che iniziava in quel tempo a vivere un declino. Autore degli affreschi della navata è Jacopo Cestaro con l’assunzione della Vergine e le storie dei Santi Filippo e Giacomo.La chiesa ospita anche i resti di San Nostriano, vescovo molto amato dai napoletani. Si completa la visita ai resti archeologici dell’antico asse viario della Napoli del 1300-1400 con una pavimentazione a spina di pesce e mattoni, il piano di calpestio del palazzo del duca di Castrovillari, un tratto di muro in opus reticulatum e probabilmente resti di una domus di epoca romana.

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