Economia e Welfare

Il Garante campano Ciambriello: “Il carcere discarica sociale nell’indifferenza della politica”

È intervenuto stamattina su Rai 3 il prof Samuele Ciambriello, Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, intervistato sul tema della relazione annuale 2022, presentata dal Garante stesso in Consiglio regionale e nelle varie province della Campania tra cui Salerno, Caserta e Avellino.

“Colpisce il dato dei ragazzi dai 18 ai 24 anni in carcere, sono 372. Anche quello dei minori a rischio è un numero preoccupante, in tutta Italia 12201, 6400 di Napoli e provincia, il 47% campani, 27 accusati di omicidio.
Sono i dati di questi adolescenti a metà, con la morte nel cuore, che mi hanno colpito più degli altri più degli altri.”

Il Garante ha parlato di tante persone entrate in carcere per reati minori, perché tossicodipendenti o malati psichici: “il quadro che ne esce a tinte fosche è di una politica che ha rimosso il carcere e lo considera una risposta semplice a bisogni complessi.”

Ciambriello si è anche soffermato sull’elevato numero di tossicodipendenti:

“In questo momento in Campania abbiamo 1329 tossicodipendenti, il 23% dei detenuti campani, un diversamente libero con un problema in più, la metà denunciati dai familiari. Se un familiare denuncia un congiunto per aggressione, estorsione o altro vuol dire che è fallito il mondo esterno, il SERT. Abbiamo bisogno di più comunità terapeutiche, di recupero, abbiamo pochissime comunità con doppia diagnosi, mancano tante comunità per i minorenni e soprattutto non ce n’è una per minorenni psichici. Questo è un allarme, servono più misure preventive al carcere come con la droga: il carcere non ti fa smettere con la tossicodipendenza in modo forzato, semmai il contrario.”

Il Garante campano ha infine dichiarato:
“Le persone devono essere accudite, diventare importanti grazie all’aiuto di psicologi e psicoterapeuti che scarseggiano. Ci sono inoltre troppe persone senza fissa dimora.

Le nostre carceri sono diventate discariche sociali, in cui la metà vive in custodia cautelare. Il carcere deve essere un’estrema ratio, occorre liberarsi dalla necessità del carcere.”

 

A cura di Claudio Bencivenga

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