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il napoletano roberto fico nuovo presidente della Camera. Di Maio:”Fico è la storia del Movimento.”

Il Movimento 5 stelle ha il primo presidente della Camera della sua storia politica. Quando ancora la lettura delle schede è in corso, scatta l’applauso a Montecitorio. Roberto Fico, NAPOLETANO, ha ottenuto il numero di voti necessari per l’elezione e diventare la terza carica dello Stato e succedere così a Laura Boldrini. Poco prima Luigi Di Maio su Facebook aveva scritto: “E’ la storia del Movimento”. Il garante Beppe Grillo su twitter dopo l’elezione ha scritto: “Habemus Fico”.

Laureato in Scienze della Comunicazione, è uno dei fondatori dei primi meet up di Beppe Grillo, a Napoli, nel 2005. All’epoca si arrabatta tra mille lavori: tour operator, impiegato in un call center, responsabile della comunicazione per un ristorante, importatore di tessuti dal Marocco. Ma poi è la passione politica a prevalere. Prima a sinistra, con il voto per Bassolino e per Rifondazione. Poi con i nascenti 5 Stelle, che lo vedono subito protagonista. Fico — che diventerà membro della Commissione di Vigilanza Rai — diventa il punto di riferimento degli ortodossi e di chi vuole mantenere un presidio contro eventuali derive a destra. Che si verificano puntualmente, sia sui temi dell’immigrazione, sia su quelli delle alleanze. Anche nella gestione interna del Movimento, Fico prova a ritagliarsi un ruolo, appunto, da ortodosso, cercando di fare in modo che M5S resti fedele alle intenzioni delle origini, con una gestione collegiale e democratica.

Lo scontro interno
Per questo non apprezza la nomina a capo politico di Luigi Di Maio e va allo scontro alla festa di Rimini, dove rifiuta di salire sul palco. Ma dopo un duro confronto con il leader dei 5 Stelle, torna nei ranghi. E da allora si instaura una rinnovata sintonia con il Movimento, che lo porta alla rielezione e ora alla Presidenza della Camera. Un modo per premiarne la fedeltà, ma anche di depotenziarlo e dissuaderlo da prese di posizioni polemiche nel caso, ormai decisamente probabile, di alleanze politiche con la Lega Nord. Come quella recentissima del 24 gennaio 2018, quando disse: «Vi garantisco che mai noi saremo alleati con la Lega anche dopo il voto: siamo geneticamente diversi».

 

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