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Il professor Tarro: “E’ il momento di guardare al futuro con ottimismo”

La decrescita dei contagi e dei decessi in Italia sono ormai un dato di fatto. In Campania da diverse settimane si registrano 10-20 positivi al giorno. Il professor Giulio Tarro, virologo di fama internazionale, ha sostenuto in piena epidemia che con il caldo avremmo assistito ad un calo vertiginoso dei contagi, asserendo anche di credere che l’impiego del plasma dei guariti dal Covid-19 avrebbe rappresentato un’efficace cura per impedire al virus di propogarsi nei polmoni, ricevendo non poche critiche, rivelatesi ingiuste, come confermato dalle ultime ricerche su tale materia.

L’intervista di NapoliToday al professor Tarro, che ebbe un ruolo fondamentale nella lotta al colera a Napoli negli anni ’70.

-Professore, come dobbiamo interpretare il calo dei contagi? Possiamo affermare di essere usciti ormai dalla fase più acuta dell’emergenza?
“Credo che sia arrivato il momento di guardare al futuro con ottimismo, seguendo le regole del buon senso. Il virus sta perdendo la sua carica ed in base alle condizioni climatiche estive dobbiamo avere meno timore. Il virus ha svolto il suo ruolo, ora siamo noi a combatterlo con gli anticorpi. Anche nella stagione autunnale, che potrebbe favorire la ricomparsa del Covid”.

-Cosa ci aspetta in vista dell’estate? Riusciremo ad andare in vacanza con una certa tranquillità? Come ci si attende che reagisca il virus a contatto con le alte temperature e la salsedine?
“Personalmente spero ci venga “concesso” di andare al mare. Il mare e la spiaggia sono l’esatto contrario di questo microclima propizio”.

– Si fa un gran parlare della “pericolosità” dei condizionatori e dei ventilatori nella trasmissione del virus. Cosa ne pensa al riguardo?
“Mi ricollego in parte a quello che ho detto poco sopra. Deve essere chiaro un dato: il virus per diffondersi ha bisogno di spazi chiusi, scarsa ventilazione o sistemi di aria condizionata, temperature basse o umide”.

– È stato tra i primi a parlare dell’efficacia del plasma e del fatto che il caldo avrebbe ridotto gli effetti del virus. Ha subito molte critiche al riguardo, anche se i fatti pare che le stiano dando ragione. Cosa si sente di rispondere ai critici che hanno anche messo in dubbio le sue attività di docente e l’essere stato in prima linea nella lotta al colera a Napoli negli anni ’70?
“La mia colpa è stata quella di aver dubitato delle teorie e previsioni di alcuni noti colleghi, teorie e previsioni già smentite dagli accadimenti di queste settimane, è stata attivata nei miei confronti una vera e propria macchina del fango, persino su Wikipedia. Ho scoperto in questa fase dell’esistenza dei tuttologi. Mi sento di rispondere che nell’affrontare le epidemie, o pandemie che dir si voglia, servono due cose: competenza e ordine, soprattutto nelle vaccinazioni. La soluzione non sarà il vaccino anche perché in questo momento non ce l’abbiamo. Il vaccino, per principio, è un metodo di prevenzione. Quello contro l’Aids lo aspettiamo da 30 anni e non siamo riusciti a trovarlo. Una precisazione per alcuni giornalisti, visto che secondo alcuni non conoscerei il modo “in cui si trasmette l’Hiv”: a Giulio Tarro è ben nota la differenza tra Covid-19 e Hiv. A mio avviso bisogna avere i piedi per terra prima di proporre alcune situazioni. Senz’altro il virus si può combattere, anche nei casi più gravi, con i diversi antivirali utilizzati ad oggi, c’è addirittura un antimalarico che va per la maggiore. Per i casi più clinici la risposta più efficace si trova negli anticorpi: gli anticorpi dei guariti per quelli che sono malati in fase critica, prima di passare al ventilatore. È una terapia, dimostrata con lavori scientifici pubblicati, che consiste in 200 ml di plasma i quali in 48 ore azzerano il virus. Non sono notizie campate in aria, ma pubblicate su giornali scientifici. Prassi utilizzate in particolare dai cinesi che hanno avuto un’esperienza recentissima e che si usavano già nelle esperienze con la Mers e in altri Paesi, come Germania, Stati Uniti, Israele. Un’ultima piccola considerazione. Si può essere d’accordo o non con quanto affermo ma a nessuno, e dico nessuno, può essere consentito di mettere in discussione il mio curriculum, la mia esperienza, il mio rigore morale e scientifico. Chi dovesse farlo di aggiungerà a quanti sono già stati chiamati a risponderne innanzi il Tribunale”.

– Sulla diatriba con il prof. Burioni cosa ci può dire? C’è stato un chiarimento dopo lo scambio di tweet?
“No, nessun chiarimento. Credo che Burioni debba fare chiarezza innanzitutto con le sue dichiarazioni, più mutevoli perfino del virus”.

– Come mai in Lombardia continuano ad essere maggiori i contagi rispetto al resto d’Italia dopo tutte le misure di distanziamento sociale? 
“L’ho detto mesi fa e rimango dello stesso avviso: il fatto che i focolai di Coronavirus italiano si trovino in Lombardia e Veneto potrebbe dipendere da fattori ecologici, come alcuni tipi di concime industriale. Questi potrebbero aver alterato l’ecosistema vegetale e, quindi, animale nel quale uno dei tanti coronavirus normalmente in circolazione può aver avuto una inaspettata evoluzione. Sarebbe opportuno analizzare se in passato particolari forme di faringiti o sindromi influenzali siano state registrate in quei territori. Lo dico da mesi ma sembra che nessuno voglia approfondire questo dato. Ci sono delle spiegazioni scientifiche, bisognerebbe cercarle”.

– Si è sempre detto scettico riguardo l’efficacia di un vaccino. Secondo lei come ci libereremo del Coronavirus?
“Il virus sta facendo, come tutti i virus, il suo decorso. In estate, quasi sicuramente, saremo abbastanza immunizzati e non ci sarà motivo di restare ancora agli arresti domiciliari forzati. Col caldo tutto dovrebbe tornare alla normalità. Non a caso le latitudini africane, come dimostrato, da studi scientifici recenti e dagli stessi numeri sui contagi, non consentono una diffusione massiccia ed estesa del Sars Cov2: ci sono solo piccole endemie qua e là”.

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