Cultura

IL VIVAISTA DIVENTA KAFKA NEL ROMANZO DI MARCO PRESTA, IL “PIANTAGRANE”

Marco Presta regala un altro libro dei suoi, un libro che ha per titolo: “Il Piantagrane”, e racconta la storia di un certo Giovanni, vivaista, che conduce una vita normale, ha la scoliosi, ha quasi quarant’anni,piuttosto imbranato, maldestramente legato alla mamma vedova, incapace di dichiarare il suo amore alla netturbina di cui è profondamente innamorato. Ha dalla sua parte soltanto la comunicazione con le piante che predilige agli esseri umani. Ma qualcosa un giorno cambia, perchè Giovanni si risveglia diverso, si risveglia con un potere che non sapeva di avere, perchè basta la sua presenza a far girare le cose nel mondo come nemmeno nei nostri sogni più ambiti. A mutare gli eventi di un Paese che assomiglia molto all’Italia, le è familiare. Basta ad esempio che Giovanni entri dentro lo stadio per far diventare calciatori e tifosi tutti amici. Giovanni prenderà ad attraversare il romanzo accanto a Granchio, la misteriosa sentinella che chissà chi gli ha messo vicino per aiutarlo e si troverà a vivere da clandestino con grande normalità e a rubare un’automobile dietro l’altra come se non avesse fatto altro nella vita. le metamorfosi, di ciò che accade a Giovanni sono paragonabili a quelle di Kafka che racconta di Gregor Samsa, commesso viaggiatore che un giorno diventa insetto, un essere che poi verrà eliminato dalla propria famiglia. Il libro del “Piantagrane” ripercorre le sembianze kafkiane, approdando nel proprio destino che gli concede in mano dei poteri e gli consegna la voglia di cambiare.

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