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INCONTRO INTERNAZIONALE , UTERO IN AFFITTO : L’ORA DI DIRE BASTA

“L’utero in affitto è un commercio, una pratica antica con mezzi nuovi. Il giorno in cui vedrò una donna ricca, bianca, occidentale fare da portatrice in utero per una donna povera, indiana, sterile, allora mi ricrederò e ammetterò che può essere solidaristico”. Queste le parole della ministra della Salute, Beatrice Lorenzin,intervenuta ll’attesissimo incontro sulla gestazione per altri (Gpa) o maternità surrogata organizzato da «Se non ora quando-Libere». Fermo l’appello di Beatrice Lorenzin perché «l’utero in affitto sia riconosciuto come reato universale e bandito nel mondo. “Mai avrei immaginato che il principio di mater sempre certa potesse un giorno essere messo in discussione in nome di sofisticati ragionamenti che vogliono annullare la natura. Non trovo nulla di più crudele che privare una madre di suo figlio e convincere tante ragazze del mondo occidentale che questo possa essere un “dono”. È una rapina organizzata scientemente, su un listino razzista dove scegliere il prodotto migliore». Con l’umiliazione che «dopo essere servita come incubatrice, la madre dovrà sparire. La differenza tra chi davvero è progressista e chi invece torna ad antiche forme di schiavitù è netta nelle parole di Stephanie Thogersen, dalla Svezia, Paese che ancora non ha stabilito se e come normare la Gpa: “Fortunati voi in Italia che siete più avanti e l’avete già bandita. Il Parlamento svedese guarda a noi, conscio del fatto che il corpo umano non è un profitto e nessuna regolamentazione può introdurre il suo commercio”. Stoccolma studia ciò che accade dove la Gpa è legale: «C’è il caso di una coppia spagnola che ha ordinato a una madre surrogata americana un bimbo e una bimba. Invece sono nati due gemelli maschi e la coppia acquirente li ha rifiutati. Un’altra donna, più volte sottoposta a trattamenti per Gpa, ha sviluppato gravi danni cerebrali. Non accade in Cambogia, accade negli Usa». Dura la testimonianza di Sheela Saravanan dall’India: “Le nostre madri surrogate sono stressate a livello fisico e psichico anche se ricevono soldi; alla base ci sono povertà, analfabetismo, sottomissione. Le coppie vengono fin dal Canada, dove la Gpa è permessa ma costa molto di più, prova del fatto che, come in ogni mercato, si va al ribasso, dove le madri non pretendono diritti e costano poco. Vivono in stanzoni durante la gestazione e vengono nutrite molto per far crescere il bambino, perché il prezzo del neonato sale con il peso. Un tanto al chilo. Il cesareo è obbligatorio. E i disabili, chiamati «prodotto difettato», sono abortiti o abbandonati in strada. Paradossale l’ipocrisia in Germania: «La Gpa è vietata dentro il Paese ma se vanno a farla all’estero va bene», conclude Saravanan. La Gpa è internazionale e la sua abolizione deve essere mondiale, ha scritto dalla Francia l’onorevole Laurence Dumont, protagonista un anno fa a Parigi della prima mobilitazione internazionale. Presente invece l’altra protagonista, la filosofa Sylviane Agacinski, che ha chiesto al diritto di continuare a proteggere le persone umane contro una società di mercato, «altrimenti, ad esempio, perché avere un diritto del lavoro?». A Roma la staffetta «ha raccolto il testimone di Parigi», ha annunciato l’europarlamentare Fabrizia Giuliani, e lo ha fatto con un atto fondamentale che può cambiare il mondo: “La richiesta alle Nazioni Unite di vietare l’utero in affitto come pratica lesiva dei diritti umani”.

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