Cultura

ITALO SVEVO, RITROVATI QUATTRO RACCONTI INEDITI DELL’AUTORE DI “LA COSCIENZA DI ZENO”

Recentemente sono stati ritrovati 4 racconti “inediti” dello scrittore italiano Italo Svevo (nome d’arte di Ettore Schmitz): questa importante scoperta è stata fatta dal librario antiquario originario di Trieste Simone Volpato la quale dopo aver trovato l’importante raccolta di uno dei volti più importanti della letteratura nostrana novecentesca ha riveduto gli stessi alla Biblioteca Nazionale di Roma dove tutt’ora sono esposti al museo letterario “Spazio900”. la stessa raccolta prende il nome di “Storie di un uomo rispettabilissimo”.

I quattro racconti inediti seppur hanno quattro personaggi differenti, raccontano la stessa tematica: le quattro storie parlano di personaggi che aspirano alla gloria letteraria ma non ce la fanno a coronare il proprio sogno. di seguito invece riportiamo una breve descrizione del primo dei quattro inediti: il protagonista è figlio di una famiglia di negozianti. Il giovane muore all’improvviso. Però nel giorno del proprio funerale riapre gli occhi e ascolta i tanti commenti dei presenti alla funzione: da qui capirà che tutto il suo “successo” non è altro che un invenzione della sua stessa famiglia. La storia avrà un finale a sorpresa. lo stesso racconto ha tonalità umoristiche British. Tutte le opere sono dedicate allo scrittore irlandese Joyce, divenuto suo grande amico dopo l’incontro avvenuto a Trieste.

Tutti gli scritti  risalgono al 1927, anno in cui lo stesso scrittore a Trieste tenne una conferenza dedicata allo scrittore irlandese James Joyce (autore del romanzo “Ulisse”) al circolo “Il Convegno”. Inoltre si può affermare con esattezza che tutti gli scritti appartengano proprio allo scrittore triestino grazie a diversi indizi: tutte le novelle sono scritte in penna rossa; su ogni foglio sono presenti correzioni tipiche dell’autore di “la coscienza di Zeno“; infine su uno dei fogli c’è la sua firma (appunto Ettore Schmitz). Quindi se come diceva la famosa scrittrice britannica Agatha Christie “due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova” possiamo affermare che le opere appartengono allo scrittore scomparso più di ottant’anni fa.

Tralasciando l’appartenenza paterna o meno di Svevo, le quattro opere inedite prima di essere state comprate  dal librario triestino, erano conservate  all’archivio del Centro Studi triestino di Giani Stuparich. Poi dopo gli scritti sono passati ad Anita Pittoni (amante di Stuparich) fino a quando non sono stati comprati dall’uomo che a Trieste gestisce la libreria antiquaria. Però prima di passare alla Pittoni, i manoscritti erano in possesso di Stanislao (fratello di Joyce). Poi da lì l’ultimo proprietario ha rivenduto le opere alla Biblioteca di Roma come afferma lo stesso Direttore del Museo  Andrea De Pasquale “Vogliamo riprendere l’antica tradizione delle biblioteche a ospitare un museo. Per questo stiamo lanciando  un nuovo allestimento e abbiamo comprato un diario di De Pisis, un opera di Penna e il manoscritto autografato della poesia A mia moglie di Saba”.  

Infine, sempre all’interno del Museo centrale di Roma dal prossimo 20 novembre ci sarà la lettura di studenti e poeti, tra cui Elio Pecora, Silvia Bre e Gabriella sica. Inoltre ci sarà uno spazio dedicato alla scrittrice Elsa Morante e al poeta-scrittore Pier Paolo Pasolini.

 

 

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