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Juventus: audizioni in procura, ascoltato Cherubini. Plusvalenze sospette per oltre 282 milioni in 3 anni

Giornata di audizioni in procura a Torino per gli inquirenti che si occupano dell’ inchiesta sui conti della Juventus.

Secondo quanto è emerso, magistrati e ufficiali della Guardia di Finanza hanno ascoltato nella veste di persona informata dei fatti il direttore generale della società, Federico Cherubini, la figura che lo scorso maggio ha sostituito Fabio Paratici (ora indagato).I carabinieri hanno presidiato la stanza in cui si è svolta l’audizione per evitare che si avvicinassero i giornalisti.

Plusvalenze per 282 milioni in tre anni “connotate da valori fraudolentemente maggiorati”.

C’è questo dato alla base dell’indagine della procura di Torino e della Guardia di Finanza, che ieri è sfociata in una serie di perquisizioni negli uffici della Juventus. Indagati i vertici del club bianconero.

“Il fenomeno delle plusvalenze incrociate può mettere in grave crisi i club che lo adottano e intaccare il sistema calcio in Italia. Si creano effetti sugli utili a sostegno del patrimonio, senza liquidità”. Una fonte della Covisoc, l’organismo di controllo sulle società di calcio, spiega all’ANSA l’espediente finanziario sotto accusa in queste ore. “La cosa- aggiunge la fonte- non riguarda solo la Juve e la Covisoc l’ha individuata dall’autunno 2020 per decine di operazioni, segnalando il tutto alla Procura federale che qualche settimana fa ha aperto un’ inchiesta.Subito dopo sono arrivare le richieste di chiarimenti dalla Consob”.

GLI ‘STRANI’ SCAMBI, DA PJANIC A CANCELO

Ci sono accertamenti anche sui rapporti economici con Cristiano Ronaldo. Il calciatore non risulta indagato. I militari però hanno ricevuto dai magistrati l’incarico di cercare “documenti e scritture private” relative al contratto e alle retribuzioni arretrate.
Una “carta famosa che non deve esistere teoricamente”. Si tratta, secondo quanto si è appreso, di una scrittura privata relativa ai rapporti economici fra la Juventus e Cristiano Ronaldo che la Guardia di Finanza, su indicazione della procura di Torino, ha ricevuto l’incarico di cercare e recuperare. L’esistenza del documento, sempre secondo quanto si è appreso, è stata ipotizzata per via del contenuto di una conversazione intercettata dagli inquirenti. Il calciatore, comunque, non risulta indagato.

La Juventus paragonata a una “macchina ingolfata” a causa di investimenti oltre le previsioni di budget e di altre operazioni poco accurate, tra cui gli stipendi eccessivi. E lo scenario che stanno disegnando gli inquirenti della procura di Torino. Nel corso dell’indagine sono state svolte intercettazioni telefoniche.

E’ Fabio Paratici, ex Chief football officer della Juventus, “l’artefice della pianificazione preventiva delle plusvalenze”, ma il Cda della società bianconera, e “in primis il presidente Andrea Agnelli”, era “ben consapevole” della sua condotta. Questa, per ora, è l’ipotesi su cui stanno lavorando la procura di Torino la Guardia di Finanza nell’inchiesta sui conti del club. Gli inquirenti si sono avvalsi di numerose intercettazioni telefoniche, dalle quali si ricava che negli ambienti della Juventus era chiaro che le difficoltà non derivavano soltanto dall’emergenza sanitaria: in una conversazione si sente dire “sì ma non era solo il Covid e questo lo sappiamo bene”.

“Hanno chiesto di fa’ le plusvalenze”, “che almeno Fabio (Paratici, ndr), dovevi fa’ le plusvalenze e facevi le plusvalenze”. E’ una delle intercettazioni finite nell’inchiesta della Procura di Torino sui conti della Juventus. Per i magistrati che indagano Paratici, al vertice dell’area sportiva fino a giugno 2021, era l’artefice della “pianificazione preventiva” delle plusvalenze, di cui i vertici del club e “in primis il presidente Andrea Agnelli”, erano ben consapevoli.

C’è anche una scrittura privata attestante la sussistenza di un “obbligo non federale” a carico dell’Atalanta, nell’ambito della doppia operazione di trasferimento dei calciatori Merih Demiral e Christian Romero, tra le carte che la Guardia di Finanza ha ricevuto l’incarico di cercare e recuperare.

L’acquisto dall’Olympique Marsiglia del ventenne Marley Akè per 8 milioni di euro, in cambio della cessione alla stessa cifra di Franco Tongya, 19enne nato a Torino da genitori camerunensi e cresciuto nel vivaio della Juventus. E’ una delle cosiddette operazioni “a specchio” finite nel mirino della procura di Torino, che ha indagato i vertici del club bianconero. Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti sono finite pure numerose cessioni di giovani calciatori dell’Under 23 “con corrispettivi rilevanti e fuori range” rispetto a calciatori del medesimo livello e categoria. E’ il caso dell’acquisto dal Barcellona di Alejandro Marques Mendez, attaccante spagnolo ventenne ora in prestito al club spagnolo CD Mirandés, per 8,2 milioni di euro, in cambio del centrocampista brasiliano 23enne Matheus Pereira valutato 8 milioni di euro. Nel mirino degli inquirenti anche le cessioni e le acquisizioni effettuate in prossimità della scadenza contrattuale, come nel caso dell’acquisto per 18 milioni di euro di Nicolò Rovella dal Genoa, con contestuale cessione allo stesso Genoa di Manolo Portanova per 10 milioni e di Elia Petrelli per 8 milioni.

ANSA

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