Oramai possiamo definirla una vera e propria casta. Stiamo parlando dei procuratori, di coloro i quali assistono i calciatori e ne curano gli interessi. Il loro potere e la loro influenza sui club nei quali militano i propri assistiti, è cresciuto spasmodicamente nel corso degli ultimi anni. Basta una semplice panchina nel corso di una gara amichevole di estate, o una mancata promessa di questo o quel presidente, a scatenare le loro ire. Ultimo, in ordine di tempo, il caso Gabbiadini. Il calciatore, in forza al Napoli di Maurizio Sarri, non ha gradito la panchina iniziale nella sfida contro il Nizza ed ha manifestato tutta la propria delusione, attraverso le parole del proprio agente. Un caso eclatante, che testimonia come le scelte di vita dei calciatori, che influiscono sulla loro carriera, dipendano esclusivamente dai propri procuratori. Procuratori che, grazie alla propria influenza su questa o quella società, riescono a piazzare i propri calciatori. In Italia e nel mondo, quasi sempre, le scelte di mercato delle società di calcio, si intrecciano con quelle dei procuratori. Veri e propri consulenti di mercato, che approfittano delle proprie conoscenze per convincere le società a puntare forte sul proprio giocatore. Il “re” dei procuratori è certamente Mino Raiola, agente italo – olandese, che annovera nella sua schiera, calciatori del calibro di Ibrahimovic e Balotelli. La “scuderia Raiola”, è una delle più influenti, se non la più influente in assoluto. Basta una dichiarazione del buon Raiola, a far spostare gli equilibri di una società. È senza dubbio il gioco delle parti, con “i contendenti” a curare i propri interessi e ad agire secondo le proprie esigenze. Un mondo complesso, dove è difficile farsi sprazio se non ci si affida a chi di dovere. Un mondo fatto di cannibali, dove tutti sono pronti a sacrificare tutto, sull’altare dei propri interessi. D’altronde è il gioco delle parti, e questo è risaputo ampiamente!
