Economia e Welfare

La città dello sport. Il maestro Maddaloni ed il suo sogno per Scampia

Avrà un carattere duro il Maestro Maddaloni. Solo a sentirlo a telefono mette una certa soggezione. Del resto è un uomo abituato a lavorare, combattere e vincere. La sua idea «non è solo per Napoli – come mi racconta – ma per le periferie di tutto il mondo, da Scampia al Brasile, passando l’Europa. Quando ho aperto la palestra ho capito che bisognava fare qualche passo indietro, tornare alle origini».

Questo passo indietro ci riporta prima a Scampia con i suoi 50000 abitanti. Una “quartiere dormitorio” come tanti in Italia, se non fosse per la cronaca quotidiana che l’ha trasformata, spesso a torto, nella roccaforte di clan e droga. E si, ha torto chi crede che la periferia nord di Napoli sia solo questo: violenza quotidiana. C’è la palestra del Maestro che ogni giorno, dal 2005, accoglie centinaia di ragazzi che si alternano durante il pomeriggio per praticare sport.

«Ho sempre pensato di non voler fare la solita palestra, volevo un luogo di aggregazione dove chi non poteva permettersi di fare sport potesse farlo, almeno da me, perché migliora la persona. L’idea è partita all’inizio degli anni ’80 e col tempo si è trasformata. L’esterno sembra quasi quello di un oratorio parrocchiale: ho messo dei cerchi per la pallacanestro e la rete per la pallavolo. Dentro resta la palestra dove si praticano le arti marziali, pesi, aerobica e zumba».

È molto più di un oratorio, infatti. Li, nella palestra del Maestro Maddaloni, arrivano persone dalla VII e VIII municipalità, i non vedenti dell’istituto Martuscelli e i diversamente abili delle Asl di zona. Si gioca prima fuori, con gli amici del corso, poi si entra dentro e ci si allena. Ogni ora il bacino di utenti supera i 100 ragazzi, numeri esorbitanti per una palestra.

«Per questo abbiamo bisogno della cittadella dello sport. Il progetto è partito 4 anni fa, quando passarono a trovarmi in palestra gli ex ministri Meloni e Carfagna e l’allora sottosegretario alla difesa Crosetto. Dopo un periodo di stop con il governo Monti, è ripreso grazie anche all’impegno di Malagò e del ministero della difesa. Verranno realizzate 4 grandi palestre in uno spazio all’interno della caserma Boscariello: una ospiterà gli allenamenti di arti marziali, un’altra di attrezzi e ginnastica artistica, una di danza ed un palazzetto con gli spalti per la pallacanestro, pallavolo e tutte le esibizioni degli altri sport».

Non ci sarà solo sport, il progetto è molto più ambizioso e prevede uno spazio da destinare a 4 ambulatori che saranno aperti alla città in maniera gratuita: dermatologia, ortopedia, prevenzione all’oncologia e chirurgia. Ci saranno alcuni dei migliori dottori del policlinico di Napoli, sarà «un volontariato di eccellenza dove metteranno a disposizione della povera gente la loro professionalità». Sarà, infine, prevista una ludoteca ed un bocciofilo.

«Impegneremo Renzi a venire sul territorio e fare i fatti, perché di promesse non ne abbiamo bisogno». Solo raramente Maddaloni ha ricevuto aiuti dal comune o dalla regione, gli ultimi con la giunta Bassolino. Su una cosa forse a ragione: lo spazio che si da allo sport, qui da noi, è sempre marginale, calcio escluso.

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