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La “Fonderia delle Idee ” per rilanciare il PD a Napoli e in Campania?

Come forse avrete letto sui social network e sui giornali in queste settimane, il 26, il 27 e il 28 settembre si terrà a Bagnoli la “Fonderia delle Idee”, un’iniziativa pubblica con l’obiettivo di rilanciare anche in vista delle prossime scadenze elettorali il Partito Democratico a Napoli e in Campania. Non si tratta di un summit per pochi ma di un’occasione pubblica, aperta, volta a mettere in campo un progetto politico nuovo, serio e concreto, per la nostra regione e il suo capoluogo. Tutti possono partecipare, proponendo un intervento a uno dei dieci tavoli tematici o semplicemente suggerendo con gli hashtag #cosacambio e #cosasalvo idee e proposte sui social network. Qui tutte le info per partecipare. E’ un appuntamento importante, che considero utile, al quale ho aderito convintamente anche io e tuttavia, siccome la mia adesione ha suscitato in rete qualche perplessità (“Ma sei diventata renziana”?) penso sia giusto chiarire alcune cose. Premesso che non considero l’essere “renziani” un demerito (ammesso che per “renziano” si intenda chi ha dal primo momento ha visto in Renzi e nel suo progetto l’unica via possibile e in ogni caso la migliore per guidare l’Italia fuori da questa fase difficile) continuo a non rivedermi affatto in questa “definizione”. Personalmente, come molti sanno, al congresso ho scelto e sostenuto Cuperlo e la sua mozione, vedendo dentro le sue tesi le strade che più mi convincevano e che avvertivo molto più vicine al mio sentire e alla mia storia. L’ho fatto convintamente e non me ne pento affatto nonostante il modesto risultato. Anzi, penso che il contributo di Cuperlo e delle idee che ha posto alla base della sua candidatura debbano continuare a vivere e a segnare il progetto del PD. Ma lo straordinario risultato di Matteo Renzi, prima al congresso e poi alle elezioni europee, risultati entrambi molto legati alla sua leadership, non potevano e non possono essere ignorati o liquidati come un semplice colpo di fortuna in una fase difficile per il PD e per il Paese. Sono risultati che richiedono oltre che una responsabile e leale presa d’atto anche una riflessione seria e profonda. Si tratta di riconoscere innanzitutto che quella leadership si è rivelata in sintonia con i bisogni e il sentire del Paese e che quella idea di cambiamento che è stata comunque in grado di esprimere ha riacceso entusiasmo e speranze negli elettori del PD e anche molto oltre. Non riconoscere questo sarebbe da stupidi. Riconoscerlo invece, come qualcuno dice, significa salire sul carro dei vincitori? Sinceramente non credo, e comunque non è il mio caso, visto che non sono presa da questa smania. Il congresso è finito ed è forse utile però, per tutti, riconoscere che un risultato netto e chiaro c’è stato.

Per quanto mi riguarda, da parlamentare ma anche da dirigente del PD della mia città e della mia regione, credo che oggi sia giusto sostenere con lealtà e senza timidezze, ma sempre con le mie idee e con la mia testa, lo sforzo del presidente del Consiglio nonché segretario del mio partito perché penso che questa sia l’unica strada percorribile oggi per l’Italia. Rispetto alle vicende locali, a proposito della Fonderia, come ho detto in un’intervista al Mattino (che potete leggere anche qui sul sito di Napolionline) credo sia un’esigenza sacrosanta e ineludibile quella di sostenere un progetto di rinnovamento non solo nelle leadership ma soprattutto nei metodi e nei programmi per costruire e rilanciare il PD locale e con esso l’alternativa al centrodestra. Sbaglierebbe chi oggi pensasse che questa debba o possa essere la prerogativa solo di una parte del partito, “renziani” o “non renziani”, o solo di chi, apparendo per la prima volta sulla scena politica locale, può dirsi “nuovo” in quanto privo di esperienze di governo alle spalle. Al contrario, obiettivo della Fonderia dovrà essere quello di elaborare e offrire al partito tutto un contributo “originale” e perciò prezioso, quello di una nuova generazione di classe dirigente.

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