Economia e Welfare

VALENTE:”LA PENA DEVE RIEDUCARE E RIDURRE IL TASSO DI RECIDIVA”

Nel carcere di Secondigliano, ho preso atto con favore dello sforzo finalizzato a realizzare il principio secondo cui la pena deve avere una funzione di riabilitazione del condannato“. Così la deputata del Pd Valeria Valente, ha espresso il proprio apprezzamento per le attivita’ svolte all’interno dell’istituto di pena partenopeo, visitato insieme con Samuele Ciambriello, presidente dell’associazione “La Mansarda“. Dopo un sopralluogo in alcune sezioni del carcere, incontrando i detenuti, Valente e Ciambriello si sono soffermati negli gli orti e nel tenimento agricolo (un ettaro e mezzo di terra), dove lavorano quattro detenuti assunti a tempo pieno, coltivando aglio, cipolle, peperoni, melenzane, piante aromatiche, pomodori, fiori di zucca e insalate. Un’attivita’ in cui sono impiegati anche altri dieci reclusi, come volontari e a titolo gratuito. I prodotti della terra sono poi distribuiti ai Gruppi di Acquisto Solidale (GAS), oltre che riutilizzati e curati dallo chef di fama nazionale, Pietro Parisi. Un esperimento pilota, a livello nazionale, che si aggiunge alle altre attivita’ che coinvolgono quotidianamente i detenuti, nei campi piu’ disparati: dalla pittura alla raccolta differenziata dei rifiuti. “Le iniziative messe in atto dalla direzione del carcere, rappresentano un’ottima strada per ridurre il tasso di recidiva dei condannati, una volta scontata la pena“, ha aggiunto Valente, ricordando che “il percorso avviato per la prima volta dal ministro Guardasigilli Andrea Orlando, e i risultati gia’ ottenuti, hanno trasformato l’Italia da fanalino di coda dell’Ue, a modello di ‘best practice‘”. In un solo anno, ha concluso la deputata, “il numero dei detenuti e’ stato notevolmente ridotto, anche grazie al ricorso a pene alternative, contribuendo a ristabilire condizioni minime di civilta’ all’interno degli istituti di pena“. Iniziative del genere, ha sottolineato invece Ciambriello, “riconciliano il mondo penitenziario con la carta costituzionale e il diritto dei detenuti a vivere il reinserimento sociale”.

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