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La voce degli invisibili: il fumetto nato in carcere che racconta della detenzione

Gli invisibili sono i non visti dalla maggior parte della società, coloro le cui grida d’aiuto rimangono inascoltate, coloro che abitano non luoghi.

Ne “La voce degli invisibili”, il fumetto che verrà presentato stasera, 4 dicembre, alle ore 18 e 30 dalla pagina fb dell’Ex Opg Occupato ‘Je so pazz, essi sono i detenuti, gli uomini che entrando in carcere si trasformano in mostri, da un lato perché hanno bisogno di creare una corazza che li protegga da ciò che vivono ogni giorno, dall’altro perché è questo l’aspetto che essi assumono agli occhi della società, che li ripudia in qualsiasi modo.

La voce degli invisibili è lo strumento che le stesse persone recluse hanno scelto per raccontare la detenzione e i suoi effetti, per far sentire la propria voce fuori dalle mura del penitenziario. È il frutto del progetto di volontariato carcerario che la Rete di Solidarietà Popolare di Napoli-che nasce ed opera all’interno del centro sociale di Materdei sorto là dove funzionava un agghiacciante ospedale psichiatrico giudiziario- ha portato avanti all’interno della casa circondariale di Poggioreale dal marzo 2019. I volontari hanno incontrato un gruppo di detenuti una volta a settimana, fino allo scorso dicembre, e con essi hanno creato un gruppo che agisse in completa parità e fiducia reciproca, costruendo uno spazio di dibattito e confronto su tematiche di attualità e sociali.

Alla base di questo progetto di volontariato carcerario c’è infatti la convinzione che l’istituzione carceraria non raggiunga nessuno dei fini che il nostro ordinamento le attribuisce, anzi essa è oramai diventata esclusivamente luogo di afflizioni e sofferenze, che produce alienazione e disumanizzazione. Lo scopo non è stato quello di intervenire a supporto dell’istituzione, bensì di abbandonare le logiche assistenzialistiche tipiche del volontariato e provare a ribaltare anche l’idea che si ha all’esterno dell’uomo detenuto, vittima di pregiudizi e di un pesante stigma sociale, che porta con sé anche una volta fuori dal carcere, dopo aver scontato la propria pena.

Dunque, come conclusione della creazione di un ponte costante tra ciò che accade all’esterno e ciò che si cela all’interna delle mura penitenziarie, è nato La voce degli invisibili, disegnato da quattro artisti che hanno incontrato i detenuti e sono riusciti a mettere nero su bianco le emozioni di questi: Kevin Scauri, Maurizio Lacavalla, Gianluca (Jazz) Manciola, Nova. Ciascuno di loro ha disegnato un episodio del fumetto riguardante un momento e una particolare problematica della reclusione: l’ingresso in carcere, la sanità, l’affettività e il reinserimento post pena. L’opera è poi completata dagli inserti informativi di realtà e persone che si occupano quotidianamente di carcere e diritti delle persone private della libertà personale: Don Franco esposito, cappellano della C.C. di Poggioreale e fondatore dell’Associazione Liberi di Volare Onlus- che offre un’alternativa al carcere e al modo tipico di scontare la pena- ha approfondito il tema del pregiudizio e dello stigma sociale. Daniela Lourdes Falanga, presidentessa di Arcigay Antinoo Napoli, ha invece affrontato il tema della tutela dell’affettività in carcere, lei che per prima visita i detenuti e lotta per i loro diritti. Infine, l’Associazione Antigone Campania, ha dato il suo punto di vista sul problema del reinserimento post pena e del tasso altissimo di recidiva-che dimostrano l’incapacità del sistema penitenziario nell’assolvere alla propria funzione- e sulla sanità in carcere, definito “fabbrica di malattie”.

Interverranno nel collegamento online- in collaborazione con Comicon- i volontari e tutti coloro che hanno portato a compimento il fumetto, artisti e rappresentanti delle associazioni. Sarà un’occasione non solo per raccontare l’esperienza vissuta, ma per approfondire il tema del carcere, in un momento in cui è più che necessario parlarne, perché la pandemia ne ha esasperato tutte le criticità.

 

A cura di Giusy Santella

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