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LICENZIAMENTI: STATALI SALVI, LA CASSAZIONE GLI DA’ RAGIONE,NIENTE RIFORMA FORNERO, AVANTI CON L’ARTICOLO 18…MA E’ UNA GIUSTA CAUSA?

Giornata importante per la tutela dei diritti dei lavoratori. Sull’ennesimo dibattimento, riguardante i licenziamenti, se ci sia una concreta  differenziazione giuridica tra lavoratore del Pubblico Impiego e lavoratori del settore privato , la Cassazione ha depositato la  sentenza numero 11868, ribaltando la precedente del 2015, chiarendo che il licenziamento del Pubblico Impiego, non e’ disciplinato dalla Legge Fornero, ma dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. In sostanza, qualora venisse licenziato il cosiddetto” statale”, ci sarebbe il reintegro, senza giusta causa,  poiche’ come sostiene il Ministro Madia, “diversa e’ la natura del datore di lavoro“; sostiene ancora il ministro, “i dipendenti pubblici, rispetto ai privati,  hanno uno status diverso, sono assunti per concorso e sono garanti della cittadinanza e non del datore di lavoro”. Appena 4 anni or sono, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Fornero, di concerto con il Ministro della Pubblica Amministrazione e delle Semplificazioni Sociali, Patroni Griffi, annunciava in pompa magna,  il Si ai licenziamenti anche per gli Statali. Sara’ pur vero che cambiando i governi, cambiano gli attori politici, le strategie, le comunicazioni fra i vari dirimpettai dei vari scranni di interesse politico-governativo, probabilmente uno storytelling politico differente, ma i cittadini chiedono, (inutilmente), coerenza politica, certezza del diritto, stabilita’ istituzionale.  Il tema sui licenziamenti, interessa gran parte della societa’ italiana, ed e’ dovere del governo di turno, affrontarlo  con serieta’ e rispetto verso i cittadini, evitando dichiarazioni di opportunismo stucchevoli, e differenti vedute all’interno dei  vari gruppi di interesse; il tema se affrontato in modo autolesionistico da parte di chi ha responsabilita’ politica, potrebbe comportare negli anni, una forte diseguaglianza sociale e discriminatoria, non tra il ricco e il povero, ormai gia’ in essa consolidatasi  negli anni( ormai il ceto medio dei famosi anni ’70 e’ un utopia), ma tra lavoratore statale, dotato di uno scudo di tutele, volte a garantirgli  sicurezza e protezione, nei secoli dei secoli….e da qualsiasi nube passeggera di sacrifici economici italici, e l’inconsapevole adepto della Fornero,  quel lavoratore ormai inconsolabile sognatore, di qualcosa che puo’ vedere, intuire, ma non toccare,(il famoso posto fisso, ultima ancora di salvataggio per la ricerca della felicita’?!), ormai abituatosi alla perenne precarieta’ sociale ed economica, che cio’ comporta, nel nostro tessuto sociale.  Le soluzioni attuative e concrete, potrebbero partire dalla figura attualmente ibrida, dei sindacati , che potrebbero tutelare meno,  gli  interessi di specifiche categorie( il pubblico impiego), e battersi in modo non parsimonioso verso categorie deboli(gli “inconsapevoli e inconsolabili” adepti della Fornero, tutelando un area molti piu’ vasta, di quella affrontata fin qui’; inoltre il governo potrebbe adeguare la propria proposta legislativa, attraverso una piu’ omogenea politica redistributiva dei diritti dei lavorativi, volta a conferire maggiori tutele per coloro che si ritrovano immersi nel tam tam, delle varie riforme (Fornero, Garanzia Giovani, e altre che ne verranno). Sarebbe una giusta causa?!

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