Officina delle idee

Link si presenta in una Avellino da pane, politica e veleno

La necessità di recuperare credibilità e progetti largamente condivisi, la disaffezione dei giovani per la politica, il bisogno di dare una nuova spinta all’attività di governo del Paese e delle comunità locali; ma anche il futuro della nostra regione e le mosse sullo scacchiere politico in vista delle Regionali. Sono i temi attorno ai quali si è discusso in serata ad Avellino, presso il Carcere Borbonico, in occasione della presentazione dell’ultimo numero del trimestrale Link. Moderati dal direttore della rivista Samuele Ciambriello, ne hanno discusso il presidente del Consiglio regionale Pietro Foglia, quello della Provincia di Avellino Domenico Gambacorta, il sindaco del capoluogo irpino Paolo Foti e l’editore Silvio Sarno. Lo spunto iniziale lo ha fornito una citazione rivisitata del direttore Ciambriello che ha ricordato che Avellino è terra in cui si mangia pane e politica, ma pure veleno, e che ha introdotto l’intervento del sindaco di Avellino.

«In una piccola comunità come quella avellinese i temi si amplificano perché diventano argomento di discussione tra cittadini, ma pure perché trasformano la politica in terreno di divisioni, in scenario di litigi e confronto aspro tra parti che, se si fondassero su interessi legittimi sarebbe tanto, ma in realtà sono divisioni pretestuose – ha spiegato Foti secondo cui la politica per recuperare se stessa deve restituire speranza ai giovani – Serve un bagno di umiltà da parte di tutti per dare messaggio positivo, di affezione e avvicinamento, alle giovani generazioni altrimenti disilluse e disinteressate alla politica e all’amministrazione. I nostri esempi invece non inducono alla partecipazione e a interessarsi della polis.  In questo senso, io tenterò di aprire il dialogo tra consiglieri comunali. Si deve passare dalla politica dell’io a quella del noi e questa fase due (il riferimento è alla nuova Giunta nominata oggi), espressione che alcuni hanno banalizzato, significa riguadagnare il primato della politica e il bene comune».

E’ partita invece dal dato del 36% di affluenza alle urne alle elezioni di Midterm negli Stati Uniti la riflessione del presidente della Provincia di Avellino Domenico Gambarcorta: «In Usa se vota il 36% delle persone non è sconvolgente perché lì c’è un modello di democrazia consolidato ed è normale che votino in pochi. Da noi è diverso. Il successo del M5S è una vicenda simile a quella di Giannini nel ’46 con il movimento dell’Uomo qualunque. Come riassorbiamo il fenomeno Grillo e l’ondata di populismo? Con i tagli ai costi della politica? Io sono perplesso per la riforma istituzionale del Senato perché si sta andando verso una riduzione degli spazi di democrazia e confronto. Ho anche perplessità sul fatto che sono stati ridotti i consiglieri comunali, il che significa alzare il costo delle campagne elettorali. La riduzione dei costi della politica non può essere una questione di riduzione del numero dei consiglieri. E sono perplesso pure perché si lanciano nell’arena persone esordienti con scarsa conoscenza di come si governa. Sono molto preoccupato delle condizioni del Paese, angosciato per il ritorno a situazioni tipiche degli anni ’40 e ’50». E parlando di credibilità dell’azione di governo, Gambacorta ha citato l’esempio dell’Alta Capacità Napoli-Bari: «Sono preoccupato perché da quanto tempo si parla della tratta Apice-Orsara? Dopo 32 anni siamo ancora a un progetto preliminare e non definitivo. Oggi la credibilità è legata a tempistiche non compatibili con le esigenze del Paese».

Sollecitato dal direttore Ciambriello che non ha potuto esimersi dal chiedergli conto del doppio binario percorso da Ncd a livello regionale e nazionale, il presidente del Consiglio Regionale Pietro Foglia ha dovuto precisare: «Non faccio il difensore  di Caldoro, ma la sua politica ci convince perché è noto il dissesto in cui ci siamo trovati, con rate dei mutui per la sanità ad esempio che finivano nel 2048. Ora i conti sono riallineati, le attività produttive stanno funzionando. Credo però che dobbiamo discutere di programmi e di cosa vogliamo fare. Non di nomi. Intorno a quale progetto le forze politiche sono disposte ad aggregarsi? Certo – e qui il presidente dell’assise regionale ha virato sul tema del dibattito – ci vuole pure la credibilità di chi propone un progetto, perché se hai fatto danni in passato… Per quanto riguarda Roma, in una situazione di emergenza abbiamo sostenuto Renzi per responsabilità: non possiamo confondere i due piani. Comunque a breve il quadro sarà più chiaro: se Caldoro rinuncia a candidarsi, cambiano gli scenari e se cambia la coalizione, ognuno farà le sue valutazioni». Poi un altro passaggio sulla crisi di democrazia che il nostro Paese sta attraversando: «C’è un deficit di democrazia perché si è tolta la possibilità di eleggere, cioè scegliere. Ma è possibile che non si spende mai una parola per aiutare i giovani. Ci sono iniziative pensate per loro? E allora come volete che siano interessati alla politica. Noi, in questa terra che ha una nobile tradizione politica, ci siamo fermati alle analisi, sociologiche e filosofiche, ma non c’è proposta».

E’ toccato all’editore Silvio Sarno tirare le somme di un dibattito che ha definito “intelligente e con proposte”. Sarno ha ricordato come da presidente degli Industriali avellinesi assieme a Foglia, allora a capo dell’Asi, fossero giunti a conclusioni che ancora oggi non hanno trovato realizzazione concreta; ma ha anche raccontato i contenuti del numero di Link e le ragioni del suo impegno editoriale. «C’è uno speciale molto interessante sulle economie asiatiche che può aiutarci a ragionare sulle difficoltà che attraversa l’industria e il manifatturiero sul nostro territorio; ci sono finestre sull’Irpinia che lavora nel sociale e nella cultura in una regione che ha il più grande museo a cielo aperto del mondo e non è in grado di valorizzarlo per i ritardi sulle politiche per il turismo. Per fare cultura in questa regione ci si affida ai singoli, c’è bisogno di investimenti privati che non guardano al ritorno economico. Come per la nostra rivista che è elitaria, da conservare.  Anche se vengo accusato di farlo per interesse. Io negli anni ho avuto opportunità e ambizioni non coltivate. Mi si chiede se ho intenzione di candidarmi: io non rispondo più. La vera sfida oggi sono le proposte. La vera domanda invece è: chi fa politica ha qualcosa da dire? E chi la fa anche da non eletto?». Tra le proposte di Sarno si è registrata quella, rivolta al sindaco Foti, di valorizzare maggiormente i giovani, a partire dalla creazione di amministrazioni ghost, cui affidare incarichi paralleli per dare a chi ha passione ma manca di competenze un’occasione per fare esperienza e prepararsi a un consesso che è elettivo, ma pure di governo. «La competenza non si insegna a scuola» – ha concluso.

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