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Lino Zaccaria: «Il Corecom non e’ affatto inutile e ve lo dimostro»

È stato ospite della trasmissione radiofonica “Dentro i fatti” (Radio Club 91) il giornalista Lino Zaccaria, Presidente del Co.Re.Com Campania, Comitato regionale per le comunicazioni. Chiamato alla parola da Samuele Ciambriello che, a sua volta, è stato Presidente Co.Re.Com dal 2001 al 2008, Zaccaria ha interloquito con il collega proprio in merito alle funzioni di questi organi previsti dalla Legge Maccanico istitutiva dell’Agcom, L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. I due si sono soffermati, infatti, sulle attività svolte dal Comitato delucidando il pubblico di radioascoltatori circa le sue utilità.

Che cos’è il Co.Re.Com?

È una domanda gradita perché molto spesso la gente non sa che cos’è il Co.Re.Com e quindi il primo impegno nostro è quello di spiegare che cos’è. Il Co.Re.Com è un comitato regionale, istituito in Campania nel 2002, previsto dalla legge nazionale per tutte le regioni della nostra penisola. Il Co.Re.Com assomma varie competenze, alcune istituzionali e altre che vengono delegate. C’è poi una terza competenza che viene sempre delegata ma dal Ministero dello sviluppo economico.

Queste funzioni nella nostra regione sono concentrate spesso sul fatto che il Co.Re.Com dà dei contributi e delle provvidenze alle emittenze televisive locali perché quelle radiofoniche le dà il livello nazionale; poi, una cosa ancora più importante, il comitato controlla la par condicio. Parliamo di queste due questioni?

Per quanto riguarda la prima, è quella a cui mi riferivo in precedenza quando ho citato la funzione delegata dal Ministero dello sviluppo economico. Tutti i Co.Re.Com italiani, ogni anno, sulla base di un bando nazionale, redigono le graduatorie che vengono stilate sulla base della documentazione richiesta alle singole emittenti partecipanti. Sulla base di questa graduatoria il Ministero eroga i contributi statali. Bisogna chiarire, quindi, che il Co.Re.Com non manovra soldi e non dà soldi a nessuno.

Sono degli aiuti alle assunzioni che sono state fatte dalle emittenti televisive locali l’anno precedente.

Sostanzialmente sì, sono anche questo, perché più dipendenti si anno più aumenta il punteggio, e più aumenta il punteggio e più contributi si hanno. È tutto proporzionale. Oltre a valutare questo tipo di attività (quella occupazionale), ci sono anche altri parametri che riguardano il fatturato, il patrimonio netto, e altre situazioni che vanno valutate ai fini della graduatoria. Però l’elemento pregnante è appunto quello dell’occupazione.

A proposito di pace: il Co.Re.Com si occupa anche della delega della conciliazione. Abbiamo un grande primato italiano qui in Campania.

Sì e lo sottoscrivo con orgoglio nonostante le polemiche di circa un mese fa che intendevano far passare i Co.Re.Com come inutili. I dati che vi riporterò dimostrano tutto il contrario: il Co.Re.Com Campania ha esaminato nel 2014 15.000 richieste di conciliazione tra cittadini utenti e o società di telefonia ed enti pubblici o privati. Un servizio sociale formidabile considerando il fatto che è assolutamente gratuito, basta compilare un modulo. Abbiamo restituito agli utenti della Campania 3 milioni di euro nel solo 2014.

Un’ultima battuta sul numero dei giornalisti in Campania e sulla crisi della carta stampata, della radiofonia e delle tante emittenti televisive. Ne possiamo uscire in qualche modo?

Noi siamo alle prese con un problema epocale: la professione giornalistica è stata rivoluzionata dall’avvento delle nuove tecnologie. Quando io ho cominciato a fare il giornalista esisteva solamente la carta stampata, un canale televisivo e la radio. Oggi la carta stampata e le altre sono andate in minoranza. Comandano i social network e quindi o si muta l’accesso alla professione e si considera il giornalista in un’ottica diversa, oppure, se continuiamo a riproporre la distinzione tradizionale tra professionisti e pubblicisti non andremo da nessuna parte.

 

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